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Ventitré anni di Alta Sicurezza

Per fare il male non è necessario essere cattivi, si può fare anche essendo buoni. E senza infrangere nessuna legge (“Zanna Blu” di Carmelo Musumeci “Gabrielli Editore”).

Fin dal mio arresto sono stato detenuto in carceri dure, prima al regime di 41 bis e poi nel circuito di Elevato Indice di Vigilanza ora denominato di Alta Sicurezza. Ho sempre tentato di fare sentire la mia voce per fare conoscere di là dal muro di cinta l’esistenza di questi regimi/circuiti di emarginazioni sociali e culturali che alla lunga finiscono per distruggere completamente i prigionieri.

Purtroppo però in carcere, se pensi, leggi, studi e urli dalle sbarre della tua finestra per fare sentire ai “buoni” la tua voce spesso sei considerato pericoloso, se nel mio caso ci sono voluti ben ventitré anni per salire di un girone dall’inferno. Forse molti non sanno che questi regimi/circuiti ghetti producono devianza, ma probabilmente qualcuno nello Stato vuole questo per sfruttare il male degli altri e nascondere il proprio.

L’altra mattina mi sono alzato dalla mia branda con il pensiero di sostenere l’esame universitario di “Storia della Filosofia Medievale”. A un tratto sento gridare dal corridoio il mio nome. E le guardie mi comunicano di prepararmi che mi devono accompagnare nell’Ufficio Accettazione. Subito dopo mi scortano nell’Ufficio Matricola. E mi notificano un provvedimento ministeriale che aspettavo da una vita. Prima di firmare, leggo: Rilevato che dalle informazioni degli organi di P.S. non sono stati acquisiti elementi volti a stabilire o escludere l’attualità di collegamenti del predetto alla criminalità organizzata e le D.D.A. di Catania, Firenze e Genova hanno comunicato che non vi sono motivi ostativi in tal senso, dispone (…) sia declassificato dal Circuito Alta Sicurezza. La Direzione di assegnazione provvederà all’inserimento con idonea allocazione in ambito “Media-Sicurezza”.

Trascorso il periodo di tre mesi si vorrà trasmettere una aggiornata relazione comportamentale per verificare se siano intervenuti fatti, comportamenti e notizie in base ai quali desumere che il detenuto abbia ruoli di leadership nelle sezioni comuni, potenzialmente destabilizzanti l’ordine e la sicurezza dell’istituto. Finito di leggere, rimango a bocca aperta. E sono felice e amareggiato nello stesso tempo. Felice perché finalmente sono riuscito a fare un piccolo passo avanti. E amareggiato perché ci ho messo tanto tempo. Subito dopo sento una fitta al cuore perché penso a tutti i miei compagni che ho conosciuto in questi lunghi anni in questi regimi/circuiti. E mi sento in colpa di essere stato più fortunato di loro perché credo che molti di loro meritino di essere declassificati più di me. Poi mi sento triste perché per i cattivi come me è difficile essere felici se non lo sono anche gli altri. Scrollo la testa. Cerco di riprendermi subito dall’emozione.

E domando agli agenti di accompagnarmi in cella. L’agente mi guarda seccato. E mi dice “Musumeci, da questo momento non è più detenuto in Alta Sicurezza e può rientrare in cella da solo”. Sorrido amaramente a me stesso perché rifletto che ieri sera mi sono addormentato prigioniero di Alta Sicurezza e questa mattina mi sono svegliato prigioniero di media Sicurezza. Per la prima volta dopo ventitré anni di carcere cammino in un corridoio fuori dalla sezione senza nessuna guardia. E mi sento solo e spaesato di non avere accanto a me un paio di guardie che mi scortano. Mi sento un po’ come il soldato in guerra che appena scoppia la pace non sa più cosa fare talmente s’è abituato alla guerra. E penso che mi sono talmente abituato a stare “male” che forse non riuscirò più ad adeguarmi a stare “bene”. Mi viene il dubbio che forse nelle carceri dure sono sempre riuscito a essere forte perché ero troppo disperato per essere debole. E chissà se adesso ci riuscirò ancora. Poi sorrido a me stesso pensando che male che vada posso chiedere di ritornare da dove sono venuto.

Carmelo Musumeci (detenuto nel carcere di Padova)

Comments ( 1 )

  • paola

    be se eri fabrizio corona con tutto il rispetto per lui visto che ha preso una condanna non di certo giusta ,ma se eri lui sicuramente eri ascoltato l italia è un paese di sceneggiate,è molto interessante quello che scrivi io subisco la stessa cosa stando fuori ………non posso scrivere altro,continua a lottare

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