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Val Susa: Sgomberata l’ex dogana di Claviere occupata dagli attivisti No border

Un presidio di solidarietà con i migranti di frontiera. Accusa di invasione di terreni ed edifici per 37 anarchici di Italia, Francia, Belgio e Germania

«Stamattina alle 6 ci siamo svegliati con i colpi di carabinieri, polizia e pompieri che distruggevano le barricate», hanno scritto a caldo gli occupanti dell’ex dogana di Claviere, in Alta Val di Susa, a due passi dal confine francese. «Cercano così di annullare la solidarietà spontanea e diretta su questa frontiera infame. Resistiamo, raggiungeteci. Incontriamoci dopo l’ultimo tunnel al primo parcheggio del paese», hanno aggiunto sui canali social. Gli attivisti No Border sono stati sgomberati ieri, all’alba, dalle forze dell’ordine.

Quell’edificio lo avevano occupato solo pochi giorni fa, il 31 luglio, per dare assistenza ai migranti che tentano di passare il confine tra Italia e Francia e che spesso vengono respinti dalla gendarmerie transalpina. Lo hanno fatto anche per mantenere una presenza frontaliera «in risposta agli sgomberi precedenti», quelli del rifugio Chez Jesus a Claviere, sotto la chiesa, nel novembre del 2018, e della Casa Cantoniera a Oulx, nel marzo del 2021. Una presenza che in questi anni ha aiutato molte persone in fuga dai conflitti e dalla povertà e in cerca di un futuro migliore. In un tragitto complicato, dalle onde del mare ai sentieri impervi (e innevati) delle nostre montagne. Vittime di un diritto alla mobilità tuttora negato.

L’occupazione dell’ex dogana è durata solo cinque giorni, fino all’arrivo della polizia e degli agenti Digos ieri mattina. La Questura di Torino ha comunicato di aver identificato 37 anarchici di Italia, Francia, Belgio e Germania: 31 attivisti si trovavano all’interno dell’edificio, mentre gli altri 6 erano nelle tende nel campeggio a ridosso della frontiera con la Francia. Gli occupanti saranno denunciati per invasione di terreni ed edifici.

Un’azione che ha ricevuto il plauso di tutto il centrodestra e del sottosegretario all’Interno del governo Draghi, il leghista Nicola Molteni. «È stata finalmente ripristinata la legalità e il rispetto della legge», ha detto. Sette migranti, che si trovavano già nel presidio dell’ex dogana, sono stati accompagnati al rifugio Fraternità Massi di Oulx, destinato dal 2018 ai migranti di passaggio in Alta Val di Susa.

L’operazione di polizia è avvenuta mentre a chilometri di distanza, nelle acque internazionali del Mediterraneo, l’ong Sos Méditerranée chiedeva un porto sicuro per la Ocean Viking, in mare da giorni e con a bordo centinaia di persone. Storie connesse per quanto distanti, perché ben rappresentano i percorsi accidentati dei migranti in questi tempi.

Lo sgombero dell’ex dogana era nell’aria. Mercoledì sera lo scrivevano sulla pagina Facebook, negli «aggiornamenti dalla frontiera di Claviere», gli stessi attivisti No Border: «Un possibile sgombero non è scongiurato, quindi servono fresche energie per monitorare la situazione diurna e notturna, nonché gente volenterosa per i lavori pratico-collettivi». E poi: «Servono ancora mobili o materiali da costruzione, divani, letti, materassi, strumenti da cucina, tutto ciò che pensate possa essere utile in un nuovo rifugio occupato». L’obiettivo era costituire un presidio permanente, «perché è qui che le persone in transito vengono ostacolate nel proprio viaggio dagli organi repressivi dello Stato italiano e francese». Un cartello dava il benvenuto: «Libertà di scegliere dove e come vivere, di camminare in ogni dove perché la terra non ha confini né razze né padroni». Gli attivisti hanno già detto che non si daranno per vinti, la solidarietà non si ostacola.

Mauro Ravarino

da il manifesto

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