Ultras: tifosi del Pisa e del Livorno uniti contro la repressione.
Nemici storici, protagonisti in passato di scazzottate epiche, di assalti via mare, di derby che duravano un anno intero: ma adesso i tifosi di Pisa e Livorno sono improvvisamente uniti, alleati, contro il Viminale. Protestano e contestano il provvedimento deciso per il derby di domani di serie B: allo stadio pisano potranno entrare solo gli abbonati. Così come all’andata a Livorno. Poche migliaia di persone, quindi: penalizzati non solo i tifosi ospiti, messi al bando, ma anche i club che ci rimettono non pochi soldi. I tifosi del Pisa, lo zoccolo duro degli ultrà, hanno deciso di protestare: non entreranno allo stadio, lasceranno la curva Nord vuota, e hanno invitato anzi anche gli altri abbonati a fare altrettanto. Niente picchettaggio e niente violenza: una protesta pacifica. Un’alleanza fra due tifoserie storicamente nemiche. Ecco i dettagli della protesta: durante i 90 minuti di gioco fuori dallo stadio Arena Garibaldi, verrà allestito un impianto sonoro per ascoltare la partita e verrà offerta birra. I tifosi pisani si sono anche raccomandati: “Niente ridicoli cori offensivi verso un settore ospiti vuoto e verso una tifoseria cui è stata interdetta la presenza da un’assurda decisione che fa solo il male del calcio”. E aggiungono: “Questi assurdi divieti, questi decreti stanno uccidendo la parte più bella di partite come queste: le coreografie, gli sfottò e il campanilismo”. D’accordo i tifosi di Livorno che ieri hanno manifestato in centro (in circa 300, contro il ministro Maroni). Piena solidarietà da parte dei politici delle due città alle iniziative degli ultrà: già all’andata avevano inutilmente protestato. Sul sito de Il Tirreno molto spazio è stato dato in questi giorni a questa “insolita alleanza”, e l’editore del Vernacoliere, Mario Cardinali, pur non amando più questo “calcio business” condivide in pieno la protesta: “Bravi ragazzi, siete stati meno beceri dei politici”. Il Viminale sta cercando di combattere la violenza negli stadi e ha ottenuto già buoni risultati: ma questa non è la strada giusta. Troppo facile chiudere gli stadi, fare entrare solo una minoranza. Bisogna garantire al tifoso perbene (pisano o livornese, o napoletano che sia) di poter seguire la propria squadra. La soluzione adottata in questo caso (e in altre occasioni come Fiorentina-Bologna) è soltanto una resa dello Stato.
fonte: La Repubblica
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