I migranti e i richiedenti asilo rinchiusi in un centro di detenzione per migranti a Mykolaiv, ai margini della prima linea nell’Ucraina meridionale, sono in pericolo e dovrebbero essere messi in libertà, ha affermato Human Rights Watch il 6 maggio. L’Ucraina dovrebbe urgentemente rilasciare le dozzine di migranti e richiedenti asilo detenuti arbitrariamente in questo e in un altro centro di detenzione, e consentire loro di mettersi in salvo nei paesi vicini.
“Migranti e richiedenti asilo sono rinchiusi da quasi due mesi nei pressi di una zona di guerra”, ha affermato Nadia Hardman, ricercatrice sui diritti dei migranti e dei rifugiati presso Human Rights Watch. “I detenuti sono terrorizzati e in pericolo, e non c’è alcuna giustificazione per tenerli in prigione in quanto immigrati”.
A metà aprile 2022, Human Rights Watch ha intervistato telefonicamente due uomini che sono detenuti nel Centro di Detenzione Temporanea per Stranieri e Apolidi nella regione di Mykolaiv, vicino alla prima linea di combattimento. Il 4 aprile Human Rights Watch aveva pubblicato un rapporto basato su interviste a migranti e richiedenti asilo detenuti nel Centro di accoglienza per migranti di Zhuravychi, nella provincia di Volyn, un’ex caserma militare a un’ora da Lutsk, una città nell’Ucraina nord occidentale. Anche nel centro di Zhuravychi migranti e richiedenti asilo rimangono in detenzione.
Le persone intervistate in entrambi i centri hanno affermato di essere state detenute nei mesi precedenti l’invasione russa per aver tentato di attraversare clandestinamente il confine con la Polonia o per irregolarità nei visti. Qualunque sia la motivazione per la loro detenzione, la persistente carcerazione è arbitraria e li espone al rischio di danni causati dalle ostilità militari, ha sottolineato Human Rights Watch. Se sono stati trattenuti per ragioni amministrative ai fini dell’allontanamento, dal momento che l’Ucraina non è in grado di espellere nessuno in questo momento a causa del conflitto, il motivo della loro detenzione non sussiste e la prolungata detenzione risulta arbitraria.
In data 9 marzo e di nuovo il 20 aprile Human Rights Watch ha scritto alle autorità ucraine, in merito alla situazione delle persone ancora trattenute in condizione di detenzione in quanto immigrati, per sollecitare le motivazioni della loro detenzione, ma non ha ricevuto risposta.
In marzo, il Global Detention Project ha riferito che un terzo centro di detenzione, il Chernihiv Temporary Holding Center, era stato svuotato di migranti e richiedenti asilo. All’inizio di maggio, il vicedirettore del centro di Chernihiv, Borys Kryvov, ha detto a Human Rights Watch che la struttura era stata colpita da munizioni che secondo lui erano state sparate da un drone il 30 marzo, dopo che le persone erano state evacuate, mandando in frantumi le finestre della sala da pranzo e del dormitorio e danneggiando il tetto. Sebbene il danno sia limitato, ha sottolineato la necessità di evacuare urgentemente le persone da Zhuravychi e Mykolaiv, prima che anche questi centri vengano presi di mira in un attacco.
Gli intervistati in entrambi i centri hanno riferito quanto detto loro dalle guardie, e cioè che avrebbero potuto lasciare le strutture di Zhuravychi o Mykolaiv a condizione di unirsi allo sforzo bellico ucraino. Le stesse guardie avrebbero prospettato la possibilità di ottenere la cittadinanza ucraina e la relativa documentazione, se si fossero arruolati. Nessuno ha accettato l’offerta, hanno detto gli intervistati.
Le persone in entrambe le strutture si sono dette terrorizzate dal fatto di trovarsi rinchiuse in una zona di guerra, da quando è iniziata l’invasione russa. Il centro di Zhuravychi è vicino al confine con la Bielorussia e nel mese di marzo le persone detenute lì hanno detto di aver sentito esplosioni e colpi di artiglieria. La struttura di Mykolaiv è vicinissima alla linea del fronte e gli uomini che abbiamo intervistato hanno affermato di poter sentire e vedere gli aerei militari che sorvolano la struttura di detenzione e i suoni di esplosioni e artiglieria a intervalli regolari. In un messaggio di testo a Human Rights Watch inviato il 28 aprile, un uomo ha detto: “Ho perso la speranza… penso che la morte sia molto vicina”. Tutti gli uomini intervistati hanno affermato di voler partire il prima possibile e cercare rifugio nei paesi vicini con altri civili in fuga dall’Ucraina.
Alcune persone sia di Zhuravychi che di Mykolaiv sono state rilasciate ed evacuate in Polonia con l’aiuto e l’assistenza delle loro ambasciate nei paesi vicini. Sebbene a un certo punto potrebbe essere necessario il coinvolgimento delle ambasciate di cittadini di paesi terzi, per facilitare il rilascio dei documenti di identità e di viaggio, ciò non dovrebbe diventare motivo di ulteriore ritardo rispetto all’urgenza di libertà di tutti coloro che sono attualmente detenuti in entrambi i centri, in modo che possano mettersi in salvo. I detenuti del centro di Chernihiv sono stati autorizzati ad andarsene subito dopo che è diventato chiaro che erano in pericolo. Secondo fonti diplomatiche, tutti i detenuti rilasciati che si trovavano in precedenza a Chernihiv, hanno attraversato il confine per uscire dall’Ucraina.
Due uomini del centro di Mykolaiv hanno ricevuto lettere dalle loro ambasciate, inviate in copia anche a funzionari ucraini, chiedendo alle autorità ucraine di facilitare con urgenza il loro rilascio, ma entrambi restano in detenzione.
L’Unione Europea ha finanziato a lungo i programmi di controllo delle frontiere e di gestione della migrazione dell’Ucraina e ha finanziato il Centro Internazionale per lo Sviluppo delle Politiche Migratorie per costruire i sistemi di sicurezza perimetrale nel centro di Zhuravychi. Il fulcro della strategia dell’UE è stato quello di fermare il flusso di migranti e richiedenti asilo verso l’UE spostando l’onere e la responsabilità dei migranti e dei rifugiati verso i paesi vicini, in questo caso l’Ucraina.
“Ora che l’Ucraina è diventata una zona di guerra, l’UE dovrebbe fare tutto il possibile per facilitare il rilascio e per rendere sicuro il passaggio delle persone che l’Ucraina ha detenuto, in parte sulla base degli accordi e del sostegno finanziario dell’UE”, ha affermato Hardman. “In un momento in cui l’UE accoglie i rifugiati ucraini, un’ancora di salvezza dall’UE dovrebbe arrivare anche ai migranti e i richiedenti asilo ancora in pericolo in Ucraina”.
Per ulteriore documentazione di Human Rights Watch sull’Ucraina: https://www.hrw.org/europe/central-asia/ukraine
Per ulteriore documentazione di Human Rights Watch sui diritti dei rifugiati e dei migranti: https://www.hrw.org/topic/refugees-and-migrants
Traduzione dall’inglese per pressenza di Daniela Bezzi. Revisione di Thomas Schmid.