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Uccisi in Rojava due esponenti di Mlkp

In un’operazione dei servizi segreti turchi sono stati uccisi due esponenti del Partito Comunista Marxista-Leninista (MLKP, illegale in Turchia). Da un decennio ormai molti militanti di questo partito della sinistra rivoluzionaria turca combattono in Rojava a fianco dei curdi.

di Gianni Sartori

Due esponenti del MLKP (Partito Comunista Marxista-Leninista – Marksist-Leninist Komünist Partisi ) sono rimasti uccisi in un’operazione rivendicata dai servizi segreti turchi (MIT) nei pressi di Hasakan.

Le due vittime sono Ahmet Şoreş (Zeki Gürbüz) e Fırat Neval (Özgür Namoğlu), entrambi definiti “comandanti militari” nel comunicato che ne annunciava la morte.

Per i servizi segreti turchi, il primo dei due avrebbe organizzato, tra le altre operazioni, anche l’attacco del 20 aprile 2022 a Bursa contro un veicolo che trasportava personale penitenziario. In quella circostanza era deceduto un agente di polizia. Veniva anche considerato responsabile di un lancio di missili nei pressi della frontiera risalente allo scorso agosto.

Arrestato in Grecia nel 2013, Zeki Gürbüz era stato poi rimesso in libertà (Atene ne aveva rifiutato l’estradizione), raggiungendo prima l’Iraq e poi il Rojava. Tra i precedenti, l’uccisione – sempre per opera dei servizi turchi – di un altro dirigente del MLKP, Baran Serhat (Bayram Namaz), nel 2019.

La fondazione del MLKP risale al 1994, come risultato della fusione tra due diversi partiti che si ispiravano all’ideologia dell’ex presidente albanese Enver Halil Hoxha. A cui nel 1995 aderì anche il Partito Comunista di Turchia/marxista-leninista Nuova Organizzazione Costituente (TKP/ML YİÖ). Ormai da oltre dieci anni molti militanti di MLKP combattono in Rojava a fianco dei curdi nelle YPG e alcuni sono caduti nella battaglia di Kobane. Altri avrebbero partecipato, insieme al PKK, alla difesa delle minoranze ezide di Sinjar (nel Kurdistan iracheno).

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