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Turchia: Osman Kavala condannato all’ergastolo

Il filantropo turco Osman Kavala condannato all’ergastolo per le proteste a Gezi Park nel 2013. Alcuni deputati dei maggiori partiti di opposizione turchi hanno contestato la sentenza durante una conferenza davanti al tribunale dopo l’udienza

Si è concluso il primo grado del processo per le proteste di Gezi Park. Il difensore dei diritti umani e filantropo Osman Kavala, in carcere da 1.637 giorni è stato condannato all’ergastolo ostativo. Sono stati condannati a 18 anni di reclusione gli attivisti Mucella Yapici, Cigdem Mater, Ali Hakan Altnay, Mine Ozerden, Can Atalay e Yigit Ali Emekci. Per i sei attivisti in libertà scatta la detenzione. Kavala, 64 anni, insieme agli altri imputati condannati, è stato ritenuto colpevole di tentata eversione dell’ordine costituzionale e di aver tentato di rovesciare il governo sostenendo gli scontri avvenuti per il parco Gezi nel 2013. Gli avvocati degli imputati hanno definito la sentenza “politica”. I legali hanno denunciato “la violazione dei principi base della giustizia e del giusto processo” e hanno anticipato che presenteranno ricorso per un processo di secondo grado e presso la Corte Europea dei Diritti Umani.

Il filantropo è stato assolto dall’accusa di “spionaggio” in relazione a un presunto ruolo nel tentato golpe in Turchia del 2016.

Slogan gridati dai presenti e persone in lacrime al tribunale di Istanbul dopo la condanna all’ergastolo. I presenti hanno intonato gli slogan della protesta di Gezi Park  e fuori dal tribunale una folla di almeno 100 persone ha percosso il portone di ingresso del tribunale e la protesta si è interrotta dopo l’arrivo di un gruppo di agenti di polizia. Deputati dei maggiori partiti di opposizione turchi hanno contestato la sentenza durante una conferenza davanti al tribunale dopo l’udienza.

Turchia, proteste a Istanbul per la condanna del filantropo Osman Kavala

Turchia, proteste a Istanbul per la condanna del filantropo Osman Kavala – GettyImages

Lo scorso 10 dicembre la stessa corte aveva respinto il ricorso presentato dagli avvocati di Kavala, che chiedevano la liberazione del filantropo in ottemperanza a una sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo. La corte con sede a Strasburgo il 2 dicembre aveva a sua volta avviato una procedura di infrazione a carico della Turchia, dopo che Ankara per un anno non ha rispettato l’ordine di scarcerazione emesso dalla stessa corte, che denunciava la violazione dei diritti e delle garanzie dell’imputato, in carcere da quasi 5 anni in regime di carcerazione preventiva.

Ankara ha ritenuto non vincolante la decisione della corte con sede a Strasburgo, che aveva accolto le richieste degli avvocati del filantropo e decretato l’illegittimità della misura detentiva. Una detenzione che ha anche scatenato una crisi diplomatica, dopo che a fine ottobre gli ambasciatori di 10 diversi Paesi sono stati minacciati dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan di ricevere lo status di “persona non grata’, anticamera dell’espulsione, a causa proprio di un appello per la liberazione di Kavala. A essere minacciati i capi delle missioni diplomatiche di Stati Uniti, Francia, Germania, Olanda, Canada, Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Nuova Zelanda. Gli ambasciatori avevano lanciato un appello congiunto per far valere la sentenza della Corte europea dei diritti umani.

Il filantropo aveva annunciato che non avrebbe più preso parte alle udienze, dichiarando di non avere più la speranza di ottenere un giusto processo.

Kavala e’ fondatore dell’organizzazione Anadolu Kultur, da sempre impegnato nella promozione di arte, cultura e nella lotta alla violazione dei diritti dell’uomo. E’ stato per anni un interlocutore delle istituzioni europee

da RaiNews

 

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