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Tornano i licenziamenti politici. Ieri cinque casi solo a Roma

In attesa che il Pd o il Pdl azzerino l’articolo 18, gli imprenditori sembrano voler fare da soli. L’ultima settimana si era chiusa, nel più completo silenzio della stampa, con un vero e proprio licenziamento politico, quello del delegato Filt/Cgil di Massa Carrara, che aveva denunciato le condizioni di scarsa sicurezza dei porti toscani nel corso di un convegno organizzato dallo stesso sindacato. A Roma, nello stesso giorno, nei confronti di un altro delegato, questa volta della Flaica-Rdb presso la Coop Tirreno, c’era stato un pesante episodio di minacce, subito denunciato dal sindacato. Peraltro, l’ultimo di una lunga serie. L’unica sua colpa, anche in questo caso, è di aver messo in evidenza le carenze in materia di sicurezza sul lavoro. E questo mentre si erano appena spenti gli echi dell’aggressione alla lavoratrice della Esselunga di Milano. Lei, invece, aveva denunciato l’impossibilità di potersi recare al bagno con una certa frequenza a causa di una grave patologia. Ieri, a Roma è stata una vera e propria “giornata di passione”. Oltre alla strana vicenda Nokia dove sono state licenziate tre lavoratrici, iscritte al sindacato, in base a motivazioni sulle quali il sindacato ha espresso molti dubbi, ci sono stati ben due casi di vera e propria estromissione dal posto di lavoro. Tutti e due con la stessa motivazione: troppe assenze per malattia. Il primo al Policlinico Tor Vergata dove a fare le spese dell’assurdo conteggio è stato Edoardo, rappresentante sindacale della RdB-CUB alla Arcobaleno srl che gestisce, in regime di appalto, i servizi socio sanitari, ricoverato ed operato più volte. Il sindacalista si era distinto nei mesi scorsi per aver portato avanti la lotta degli esernalizzati e, prima di essere licenziato ha subìto, così come diversi lavoratori iscritti alla RdB-CUB, diversi provvedimenti disciplinari «a dir poco pretestuosi».«Ricordiamo il caso recente della lavoratrice della Cassa di Risparmio di Genova – si legge nel comunicato sindacale -che è stata licenziata perché, in stato di gravissima malattia ha superato il limite delle assenze». RdB-CUB «affronteranno anche questo sopruso, anche alla luce del fatto che la Arcobaleno srl che lo ha licenziato è un intermediario, Edoardo e tutti i suoi colleghi lavorano per il Policlinico Tor Vergata, per il servizio Pubblico, non può essere licenziato se non dal vero datore di lavoro».L’altro caso riguarda una lavoratrice della storica fabbrica di biscotti Gentilini, sempre a Roma. La donna, che aveva un contratto a tempo indeterminato ma circa undici anni, ha ricevuto la lettera che la metteva alla porta l’8 marzo. Ieri i suoi colleghi hanno indetto uno sciopero di tre ore. «La rappresentanza sindacale è stata scavalcata – sottolineano i lavoratori – perché le norme prevedono che se si deve licenziare in tronco un dipendente prima si avvisa la rappresentanza sindacale e si spiegano le motivazioni. In questo caso la procedura non è stata rispettata: l’azienda ha avuto un comportamento antisindacale. La nostra collega ultimamente ha avuto dei problemi di salute e per questo si è dovuta assentare per diverso tempo, fornendo sempre regolari certificati medici per giustificare la sua assenza: l’hanno licenziata perché sta male». Quindi i componenti della rappresentanza sindacale hanno aggiunto che «da quando è arrivato il nuovo direttore amministrativo in questa azienda è cambiato il clima, ci ha già avvertito che la sua linea di gestione del personale è questa. Ad un’altra ragazza attualmente in maternità la direzione ha detto che la sua maternità rappresenta un problema per l’azienda: è assurdo». Per quanto riguarda il caso Nokia, la Fiom-Cgil in un comunicato parla di licenziamento «gravissimo ed inaspettato, visto che l’azienda non ha mai dichiarato esuberi e che né la Fiom/Cgil né le lavoratrici, tutte e tre iscritte al sindacato, avevano avuto alcun preavviso di quanto l’azienda aveva deciso di mettere in atto». Ieri le lavoratrici, che si sono presentate in ufficio non avendo ancora ricevuto alcuna lettera di licenziamento ufficiale, sono state bloccate alla reception come indesiderate.

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