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Torino: dopo lo sgombero della Verdi botte e denunce agli studenti

Operazione militare in grande stile per sgomberare la residenza universitaria di Via Verdi chiusa dall’Edisu e occupata dagli studenti. Manganellati durante il pomeriggio mentre manifestavano davanti alla Regione e al Comune. Solidarietà da tutta Italia.
Sono centodue le persone – giovani e giovanissime – denunciate dalla polizia per invasione di edifici dopo lo sgombero della palazzina universitaria ‘Verdi’, nel centro di Torino, questa mattina. Non sapendo evidentemente a cosa attaccarsi le forze dell’ordine hanno deciso di denunciare alcuni degli studenti per produzione di sostanze stupefacenti, in quanto all’interno dell’edificio sarebbero state trovate alcune piantine di marijuana. Nella palazzina, che era stata occupata lo scorso gennaio per protestare contro i tagli all’Edisu – l’Ente per il Diritto allo Studio Universitario – decisi dagli enti locali i giovani hanno dovuto riprendere i propri effetti personali in fretta e furia, con la presenza minacciosa degli agenti. Dopo lo sgombero l’amministrazione comunale – a guida PD – ha promesso di restituire l’edificio agli studenti delle fasce di reddito più basse. Fatto sta che a gennaio era stato lo stesso Edisu a deciderne la chiuderla, e i 200 occupanti, ritrovatisi senza un letto da un giorno all’altro, avevano deciso di occuparlo e autogestirlo, sostituendosi di fatto agli amministratori.

Quella di oggi è stata una lunga giornata a Torino, non ancora conclusa – mentre scriviamo centinaia di persone sono in assemblea a Palazzo Nuovo per decidere come proseguire la mobilitazione – e iniziata intorno alle dieci del mattino, quando i reparti mobili della Polizia hanno fatto irruzione all’interno dello studentato di Via Verdi 15.
Gli studenti che vi si trovavano in quel momento – un centinaio – sono stati divisi in diverse stanze, fatti sdraiare a terra e poi identificati dai poliziotti che a lungo hanno impedito ogni comunicazione con l’esterno. Mentre le vie adiacenti alla residenza universitaria erano militarizzate e interdette, però, centinaia di altri studenti e attivisti si sono radunati a poca distanza dall’edificio, manifestando la loro rabbia per una operazione militare in grande stile e uno sgombero inopportuno e inatteso. Col tempo il presidio e mentre i manifestanti provavano inutilmente ad avvicinarsi all’ingresso della residenza universitaria i primi occupanti sono iniziati ad uscire scortati dagli agenti. A quel punto si è formato un folto corteo che al grido di “la Verdi15 non si tocca” ha preso la direzione di Piazza Castello; giunti sotto il palazzo della regione Piemonte gli studenti e le studentesse hanno cominciato a cantare slogan e a quel punto contro di loro è partita una carica molto violenta e poi altre in seguito, visto che i manifestanti non desistevano. Nonostante le cariche e il fermo di uno dei partecipanti il corteo è rimasto compatto ed ha continuato a sfilare nelle vie del centro della città, dirigendosi verso la sede del Comune di Torino. Ed anche in questo caso la Polizia ha realizzato varie cariche nel tentativo di disperdere i manifestanti. Che a quel punto si sono diretti prima verso la sede piemontese del Ministero dell’Istruzione – bersagliato di oggetti e fumogeni – e poi verso la mensa universitaria di via Principe Amedeo, di proprietà dell’Edisu, e poi ancora verso le facoltà di Palazzo Nuovo.
Intanto in tutta Italia sono partite mobilitazioni e iniziative di solidarietà con gli studenti torinesi. A Roma gruppi di studenti delle scuole superiori e dell’Università hanno occupato la sede della Regione Piemonte nella capitale, in via della Scrofa. “Il problema degli studentati – hanno spiegato – è difatti diffuso in tutta la nazione, e le Regioni sono l’ente preposto per il diritto allo studio, in più é certa la responsabilità della Regione e dell’Edisu nello sgombero di questa mattina”. Lo striscione che hanno srotolato gli studenti della Sapienza all’interno della sede regionale recitava “Ogni sgombero sarà una barricata, solidarietà alla Verdi occupata”.
Mobilitati anche i No Tav della Val di Susa che per questa sera hanno indetto a Chiomonte un presidio di solidarietà – alle 20.30 nei pressi del cantiere/fortino della Torino Lione – spiegando che ”Si tratta di uno studentato con 200 posti letto, destinato a studenti bisognosi di borsa di studio che l’EDISU aveva chiuso lo scorso anno a causa dei tagli all’Università e che gli studenti, ritrovatisi senza un tetto da un giorno all’altro, avevano mantenuto aperto e autiogestito fino ad oggi”. Secondo i No Tav ”il caso della Verdi è un esempio chiaro delle assurde politiche di questi governi, che sprecano milioni di euro per le grandi opere di devastazione e tolgono risorse all’istruzione e al futuro dei giovani, contro cui il movimento notav si batte da sempre. Ci sembra quindi naturale dare subito la nostra solidarietà concreta alle studentesse e agli studenti”.
 

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