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Testimonianze: Io e il mio gelato finiti in questura

Sono a via della Lungaretta nel cuore di Trastevere a Roma, giovedì 16 ottobre ore 22,30 circa. Improvvisamente, di fronte alla gelateria, sento schiamazzi, urla e parolacce. Prendo la mia coppetta di gelato, esco in strada e vedo un uomo malmenare un ragazzo del Bangladesh che vende borse contraffatte: un pugno si poggia sulla guancia mentre l’altra mano trattiene la maglia all’altezza della spalla. Il volto del ragazzo è spaventato. Un altro signore cerca di raggruppare la merce prendendola a calci. Ci sono in tutto 5 uomini e una donna che si agitano radio in mano su e giù per la via. I passanti si fermano commentando perplessi l’azione della Polizia municipale in borghese: «manco fosse ‘na retata contro i Casalesi» dice uno. I turisti che passeggiano rilassati iniziano a camminare stupiti.A questo punto io e la mia coppetta di gelato ci avviciniamo timidamente ad un agente e chiediamo: «Scusate, ma che state facendo?». Non lo avessi mai detto. «Chi è lei! Come si permette!!! Si faccia gli affari suoi!». «Ho fatto solo una domanda mi sembra legittimo».«Lei sta intralciando un’operazione di polizia, lei non può fare domande, come si permetteee…». «Ma veramente io…». «No, no, lei ci intralcia non può fare domande, chi è lei!? Ora viene con me in centrale!». «Ma veramente io ho solamente fatto una doman….». «Cosa dice!… mi favorisca i documenti!».Il poliziotto, una volta segnati i miei estremi su un pezzo di cartone, sentenzia: «Ora si aspetti la notifica a casa». Io, con molta calma, gli chiedo: «Ma sulla notifica c’è anche il fascio littorio?». Bum!Preso per un braccio e strattonato mi trasportano dentro la volante con tutto il gelato. La sirena è accesa ed il poliziotto, “lievemente” indispettito per la battuta sul fascio littorio, continua ad urlare: «Lei, come si permette! Lei non mi può dire come devo fare il mio lavoro!». «Sì, ma io… scusi… ma…», niente non riesco a controbattere, e lui ancora: «Qui non è politica… lei ha intralciato un’azione di poliziaaa!» Mi arrendo, tanto non mi ascolta e non voglio alzare la voce.Arrivati in centrale io ed il mio gelato ci sediamo. C’è anche il ragazzo del Bangladesh, il quale, incupito e preoccupato, osserva la sua merce andar via impacchettata dentro degli scatoloni. Si avvicina un poliziotto: «Lei è straniero?». «No» rispondo io. «E allora che ci fa qui? Cosa ha fatto?». Nel frattempo il poliziotto che urlava si riunisce con altre 3 persone intorno ad un libro che dal numero delle pagine potrebbe essere il codice penale. Dopo circa un’ora mi fanno firmare due carte. Nel Verbale di identificazione e dichiarazione di persona c’è scritto: «…i sottoscritti Ufficiali/Agenti di P.G. C.M e D.F. hanno proceduto alla compiuta identificazione di persona sottoposta ad indagine, per i reati di cui all’art. 379 e 337 C.P…». Favoreggiamento e resistenza a pubblico ufficiale???!!! Uscito dalla centrale il gelato ormai sciolto rompe il sacchetto di carta e cade a terra.
Luca Ferrari

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