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Sud Ribelle: Torna Fiordalisi, il pm del teorema

Il 29 luglio 2004 a metà pomeriggio tre pm che indagano sui fatti del G8, a Genova e Cosenza, Andrea Canciani, Anna Canepa e Domenico Fiordalisi, si incontrano nel capoluogo ligure. Con loro un maresciallo dei Ros, Roberto Galdo. Fiordalisi riceve dai colleghi genovesi video e procedimenti in atto, relativi ad alcuni imputati del processo cosentino. Il pm di Cosenza estrapola alcuni frame, annotazioni e intercettazioni. L’altro ieri a Cosenza il processo contro il Sud Ribelle (13 persone accusate di sovversione dell’ordine economico costituito con la finalità di devastare Genova e Napoli nel 2001) si è rimesso in moto, con novità e un calendario particolare. Le novità riguardano il procedimento in sé: Fiordalisi nell’ultima udienza a Cosenza ha presentato il dono speciale ricevuto da Canepa e Canciani anni fa, ovvero le intercettazioni e alcune note della Digos, chiedendone l’acquisizione. I brogliacci non sembrano costituire alcuna novità per il processo, ma conta l’effetto mediatico. Altra sorpresa, il calendario stilato a Cosenza prevede la requisitoria del pm il 16 novembre, un giorno prima della manifestazione a Genova, e la sentenza il 19 dicembre, potenzialmente in contemporanea con quella attesa nel capoluogo ligure.Non sono le sole stranezze che, in tre anni di udienze, si sono ammirate a Cosenza. Il processo al Sud Ribelle, infatti, ha una genesi e un protagonista, il pm Fiordalisi, piuttosto curiosi. Magistrato del tribunale di Paola, Fiordalisi era stato spostato a Cosenza. L’8 marzo del 2007 non gli viene rinnovata l’applicazione alla procura di Cosenza per seguire il processo no global. In tutta fretta, il 27 ottobre di quest’anno, Fiordalisi, poiché a conoscenza degli atti e con il suo parere favorevole, pur rimanendo magistrato del tribunale di Paola, ritorna ad essere proprietario del processo al Sud Ribelle. In tempo per stilare il calendario e chiedere l’acquisizione delle intercettazioni con date e tempismi quantomeno bizzarri. Fiordalisi è stato l’unico magistrato italiano che nel novembre 2002, risponde sì, al giro delle procure italiane fatte dai Ros e i loro preziosi materiali. Secondo questi ultimi – e la Digos – gli attuali imputati avrebbero partecipato alle manifestazioni di Genova, prendendo parte agli scontri con le forze dell’ordine e alle devastazioni. La supposta associazione avrebbe inoltre organizzato, il 2 luglio del 2001, l’invasione delle agenzie di lavoro interinale di Taranto, Cosenza e Napoli. Nel 2002 perquisizioni e arresti: saranno 41, nel complesso, le persone indagate nel filone d’inchiesta relativo ai fatti di Genova e alle «prove generali» del marzo 2001, a Napoli. Un processo sghembo, basato su un teorema costruito intorno a intercettazioni telefoniche e su nessuna testimonianza o contributo video. Un processo dispendioso e che parte da lontano, dal 10 aprile 2000, anno in cui vengono fatti recapitare in uno stabilimento Zanussi a Rende (provincia di Cosenza) delle rivendicazioni a firma Nipt (Nuclei di iniziativa proletaria e rivoluzionaria). Da lì un’operazione colossale: cifre approssimative parlano di centinaia di uomini e di diversi milioni di euro spesi in migliaia di ore di intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, appostamenti e pedinamenti, il tutto riportato in oltre 50 mila pagine di materiale cartaceo raccolto nei due anni d’indagine (2000-2002). Da subito venne definito come una sorta di processo ai 25 bis, poiché nelle aule del tribunale si sono succeduti, con i medesimi silenzi e reticenze, gli stessi vertici di polizia e carabinieri ascoltati a Genova. Non mancano episodi curiosi: nell’aprile del 2005 Fiordalisi minaccia nuovi sequestri dei pc per gli imputati e consegna il proprio materiale digitale ai difensori: distrattamente ci infila il suo intero hard disk, subito riconsegnato dalle difese. Il 16 conosceremo le richieste di pena. Lo stesso giorno, dopo il presidio in tribunale, da Cosenza si ritornerà a Genova per la manifestazione del 17 novembre.

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