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Strage di Cutro: i famigliari delle vittime bloccano il trasferimento delle salme a Bologna

“Il governo italiano gioca con i morti”. Così recita il cartello di una donna afgana che nel naufragio di Steccato di Cutro ha perso la figlia ed il genero. Molti dei parenti delle vittime stanno protestando pacificamente contro la decisione del Governo di trasferire entro oggi al cimitero musulmano di Bologna tutte le salme del naufragio.

A Cutro (Crotone) protesta oggi, mercoledì 8 marzo, dei famigliari delle vittime della strage di migranti, lo scorso 26 febbraio. “Il governo italiano gioca con i morti”. Così il cartello di una donna afgana che nel naufragio di Steccato di Cutro ha perso la figlia ed il genero, arriva dalle Germania come molti dei parenti delle vittime in protesta contro la decisione del Governo di trasferire a Bologna tutte le salme delle 72 vittime.

“Hanno cercato di portare via le bare senza dire niente prima”: è la denuncia di altri parenti delle vittime, che si sono seduti per terra per impedire – fisicamente – il trasferimento delle salme. Le loro proteste, e quelle della popolazione, ha costretto le autorità al dietrofront, spingendo inoltre la Prefettura a ufficializzare che i costi del rimpatrio delle salme saranno a carico dello Stato e non dei singoli famigliari.

Sempre a Cutro giovedì 9 marzo è stato indetto un presidio di protesta, in occasione del Consiglio dei ministri indetto dalla premier Meloni dopo la strage di migranti  che ha fatto 72 vittime accertate, oltre a una trentina di dispersi. Sempre a Cutro sabato 11 marzo, ore 14.30, ci sarà la manifestazione nazionale “Fermare la strage subito!”, contro le morti in mare e per le dimissioni di Piantedosi e Salvini. Centinaia le adesioni all’appello lanciato dalla Rete 26 Febbraio.

La corrispondenza di Radio Onda d’Urto con Claudio Dionesalvi, compagno, scrittore insegnante, giornalista, collaboratore del quotidiano Il Manifesto e autore del blog “Inviato da Nessuno“. Ascolta o scarica

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