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Spagna: A Ceuta, al via espulsioni di massa dei migranti

Più di 5.000 persone già rimpatriate dalla polizia spagnola. Minori compresi. Secondo fonti governative, circa 5.600 delle 8.000 persone che avevano raggiunto le spiagge di Ceuta nelle 48 ore precedenti ieri sono tornate sui propri passi, o volontariamente o riaccompagnate dalle forze dell’ordine. Compresi moltissimi minori, come hanno denunciato diversi mezzi di comunicazione, tra cui eldiario.es, che ha verificato come i soldati riaccompagnano alla frontiera i giovani non appena si rimettono in piedi sulla spiaggia, stremati: «Abbiamo l’ordine di riportarli tutti indietro. Indipendentemente dal fatto che siano minori o del punto a cui arrivino sulla spiaggia. Se sono evidentemente dei bambini, a volte li si separa in gruppi e li consegniamo alla Guardia Civil, ma non sappiamo neppure bene qual è il protocollo da seguire», ha dichiarato un militare al quotidiano online.

Le politiche migratorie Europee di chiusura delle frontiere non cambiano strategia. L’Europa non “si lascerà intimidire da nessuno”, ha detto il vice presidente della Commissione Ue Schinas, commentando la situazione a Ceuta.

Nell’enclave spagnola sono stati due giorni di arrivi a migliaia in seguito all’apertura delle frontiere da parte del Marocco nel contesto di uno scontro diplomatico con Madrid: il governo iberico ha accolto in un ospedale di Logrono, e sotto falso nome, il saharawi, Brahim Ghali, attuale presidente dell’autoproclamata Repubblica Democratica Araba dei Saharawi.

L’esercito spagnolo e la Guardia Civil hanno effettutato migliaia di respingimenti ai danni dei migranti in cerca di migliori condizioni di vita nella Fortezza Europa. Ora la polizia marocchina ha ripreso a bloccare coloro che tentano di entrare in territorio spagnolo e che vengono cinicamente utilizzati – ancora una volta – come pedine nel braccio di ferro tra stati.

Per quanto riguarda la rotta centrale del Mediterraneo oggi la ministra dell’Interno italiana Lamorgese e la commissaria dell’Ue agli affari interni Johansonn saranno in Tunisia per negoziare nuovi accordi che blocchino le partenze di migranti dal paese verso la Fortezza Europa, i cui paesi membri non sono disposti ad accogliere.

Lamorgese, infatti, lamenta anche della mancata collaborazione europea di fronte alla richiesta italiana di distribuire gli oltre mille giunti nei giorni scorsi in Sicilia. La ministra, però, chiede nuovi incontri continentali – sulla rotta balcanica e sul Mediterraneo – soprattutto per “facilitare i rimpatri” dei migranti, da rimandare nei paesi dai quali sono fuggiti.

Un commento alle politiche annunciate in questi giorni da Chiara Favilli, docente di Diritto dell’Unione Europea all’Università di Firenze. Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

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