Sobri? No grazie! Vogliamo anche le rose… e la cassa dritta…per il diritto alla GIOIA!
- giugno 09, 2025
- in lotte sociali
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Million Marijuana March Italia per tutto lo spezzone degli otto carri sound che hanno dato vita alla Street Parade all’interno della manifestazione nazionale del 31 Maggio 2025 della Rete NO DL SICUREZZA.
Evidentemente l’allergia verso le atrui libertà e i codici aggregativi con i quali le singole sensibilità, collettivi, laboratori, reti mondiali, crew e tribe scelgono di condividere la propria socialità orizzontalmente liberata e la modalità di piazza, non è una prerogativa esclusiva del governo Meloni o della destre ufficiali. Infatti, sposando appieno le retoriche proposte reazionarie del decreto legge, alcuni cosiddetti “kompagni” ci invitano al decoro e a un rappel à l’ordre.
Non ci stupisce affatto questa rigidità, ma non ci farà cadere nella tristezza, perché ci teniamo accanto esperienze di vita e di lotta eclettiche, bizzarre, divergenti, gioiose.
Anche negli anni ’70 noi fricchettoni, ora forse definiti i mostri del bar di “guerre stellari” o “ravers”, usavamo l’ironia e la creatività come mezzo di azione e comunicazione sociale mutuando dal Maggio Francese lo slogan “la fantasia al potere, sarà una risata che vi seppellirà”. Rivendicavamo il libero utilizzo di cannabis e sostanze psichedeliche oltre ogni proibizionismo anche in quel periodo di grave scontro sociale, proponendo modelli di socialità altra negli allora festival autoprodotti, antetisignani dei successivi Rave Party. Negli anni è cambiato il contesto ma siamo sempre qua, accogliendo le trasformazioni, sempre a reclamare diritti per tuttə, in un movimento che stia concretamente nelle alleanze in termini intersezionali, in grado di dialogare e collaborare con coloro con i quali si fanno pezzi di strada assieme trasformando in ricchezza le differenze. Ma, per fare questo, è indispensabile il reciproco rispetto e riconoscimento.
Ancora ora come allora, crediamo che “il personale è politico” quando diventa un fenomeno sociale di massa e vada rivendicato e difeso se e quando è fatto bersaglio delle diverse forme di repressione da parte di governi reazionari, autoritari ma anche da parte di mentalità bigotte e retrive, apparentemente antiautoritarie.
Noi siamo in piazza come Million Marijuana March dal 2001 e ci siamo battut* contro ogni discriminazione, autoritarismo e proibizionismo.
Ci siamo battut* contro la legge Fini/Giovanardi fino alla sua cancellazione nel 2014 come parte della rete MDMA all’interno del cartello ILLEGALE È LA LEGGE ( https://archive.autistici.org/ai/20180730143139/https://www.autistici.org/leggeillegale/ ). Siamo tornat* in piazza il 31 maggio contro ogni forma di fascismo vecchio o nuovo che sia, contro ogni autoritarismo, contro il regime che stanno costruendo, per il diritto a coltivare liberamente ogni varietà di Cannabis e con la PALESTINA nel cuore. Torneremo presto in piazza e non delegheremo a nessun benpensante la possibilità di decidere come possiamo o dobbiamo noi stare in piazza.
Come ci ha insegnato Spinoza e il movimento femminista, vogliamo che la nostra militanza sia ricolma di passioni gioiose. Rivendichiamo il nostro diritto alla gioia, intesa come passione attiva, che ci mostra la nostra potenza collettiva, possibilità di accogliere in maniera affermativa le trasformazioni nostre e di chi ci sta attorno.
Abbiamo trovato fattori che accomunano la lotta antiproibizionista a quella transfemminista: la rivendicazione di corpi liberi che si muovono in ambienti safe per tutte e tutti.
Nelle differenze e negli ostacoli, ci siamo unite nella lotta verso ogni stigma e pregiudizio per un mondo libero da punizioni e discriminazioni di ogni tipo, introducendo un forte processo collettivo di decostruzione abilista e sessista .
Sappiamo che la progressiva fascistizzazione del paese passa attraverso un progressivo inasprimento delle norme repressive: il cosiddetto decreto antirave (633 bis CP), poi il Decreto Caivano, poi il nuovo codice della strada (177/24) fino al recente DECRETO (IN)SICUREZZA o DECRETO PAURA.
Sappiamo che il nostro compito non si esaudisce nelle street parade e continueremo a lottare, anche ballando, contro ogni forma di fascismo e autoritarismo, se non possiamo neanche ballare, allora non è la nostra rivoluzione.
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