«Segnalato per il saluto a Cospito. È una follia»
- giugno 27, 2025
- in 41bis, carcere, interviste
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Intervista a Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito “segnalato” all’ordine degli avvocati dalla direzione del carcere di Sassari per un saluto. “Gli riconosco la dignità di essere umano, che è un principio cardine della nostra cultura e gli esprimo la mia vicinanza perché ritengo ingiusto per lui il 41 bis”
di Michele Gambirasi da il manifesto
Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito, è stato segnalato all’Ordine degli avvocati dalla direzione del penitenziario di Sassari perché ha salutato troppo affettuosamente il suo assistito. Cosa è successo?
Ho fatto quello che con Cospito faccio sempre quando lo vedo, lo saluto. Gli ho stretto la mano e dato due baci sulle guance. Lo conosco dal 2005, quando non aveva procedimenti penali, e sono diventato suo difensore nel 2012. L’ho seguito poi nel processo di Torino nel 2016, seguendolo in particolar modo nella vicenda processuale che è salita agli onori della cronaca prima per la decisione della Cassazione di riqualificare il fatto in strage politica, poi nella sottoposizione al 41bis, poi ancora nei quasi sei mesi di sciopero della fame. Periodo in cui quando lo vedevo non ero certo di trovarlo vivo la settimana successiva, momenti con un’intensità emotiva molto alta. Per cui a Cospito riconosco la dignità di essere umano che è un principio cardine della nostra cultura, e gli esprimo la mia vicinanza anche perché ritengo ingiusta la sua reclusione al 41bis, pena che considero afflittiva perché c’è una deprivazione sensoriale e sono esclusi a un soggetto tutti i rapporti umani con le persone cui vuole bene. L’avvocato diventa in questo modo un residuo di umanità, perché riconosce che non è bandito dal genere umano.
Quali sono attualmente le condizioni di Alfredo Cospito?
Lui fortunatamente ha dimostrato di avere una tempra solida e robusta, ed è riuscito a superare le criticità emerse dopo lo sciopero della fame. Dal punto di vista fisico sta benino per un uomo in carcere da 13 anni di cui gli ultimi trascorsi al 41bis.
Regime che prevede che per 21 ore al giorno sei recluso in una cella di tre metri per tre, con un cubicolo dove svolgere la socialità con un gruppo di tre persone scelte dall’amministrazione penitenziaria e che cambia continuamente. Cubicolo che si incendia d’estate, in particolar modo in Sardegna dove la struttura è sotto il livello del mare, e da dove il cielo si vede a scacchi perché è sovrastato da una rete. Non può ricevere visite se non da parte della sorella che una volta al mese deve recarsi da
Viterbo alla Sardegna. Una serie di restrizioni che non hanno alcuna funzione se si pensa al senso del 41bis, che sarebbe impedire a un soggetto di dare ordini all’esterno.
Quando ha saputo della notizia della segnalazione ha risposto dicendo che non avrebbe partecipato alla deumanizzazione del detenuto.
Assolutamente sì, nella misura in cui il detenuto è privato di qualsiasi contatto umano. La ratio di questi divieti è che anche con un bacio si potrebbe dare un ordine: è una follia che può ricorrere in un caso su centomila. Parliamo di soggetti sottoposti a 41bis da 30 anni, è chiaro che la consorteria criminale che hanno lasciato all’esterno si è modificata e ormai ha altri interpreti.
In questi giorni sono in corso le udienze per un altro processo che lei sta seguendo, quello di Anan Yaesh, cittadino palestinese accusato di terrorismo. Cosa si aspetta dal processo e dalla sentenza che dovrebbe arrivare il 10 luglio?
Partendo dalla genesi di questa vicenda processuale si può dire che non ci si aspetta nulla di buono. È una vicenda politica necessaria a mostrare tutta la solidarietà e la vicinanza ad Israele, stato alleato dell’Italia con cui si hanno importanti rapporti. Anan Yaesh è andato sull’altare di queste politiche. Anan era stato richiesto da Israele, la corte d’appello dell’Aquila fortunatamente lo aveva dichiarato inestradabile per il rischio di trattamenti inumani e degradanti, due giorni prima di questa decisione c’è stata l’iniziativa italiana.
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