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Schedatura e repressione per gli ambientalisti

Mentre negli Stati Uniti si schedano gli ambientalisti, in Gran Bretagna pene severe vengono comminate agli attivisti di Just Stop Oil

di Gianni Sartori

Certo, non è da oggi – e nemmeno da ieri – che l’industria agro-alimentare (quella della deforestazione, dei pesticidi etc) agisce per contrastare ecologisti e affini. Tuttavia pare proprio che ultimamente le cose si vadano inasprendo.

Negli Stati Uniti, per esempio, potrebbe essere in atto un’operazione di sistematica schedatura per chi si oppone al degrado, allo sfruttamento, alla distruzione di piante, animali, territori.

Secondo l’agenzia di giornalismo investigativo Lighthouse Reports,, dati e informazioni personali di oltre 500 studiosi, giornalisti, militanti ambientalisti, esperti che collaborano con le Nazioni Unite (in particolare coloro che nel 2017 avevano proposto un trattato internazionale per regolamentare – e in qualche caso proibire – tutti quei pesticidi che si erano dimostrati dannosi) sono stati messi a disposizione degli operatori dell’industria chimica da Bonus Eventus, una piattaforma privata statunitense.

Sempre secondo Lighthouse Reports, la mole, la precisione e il carattere internazionale di tale schedatura sono “semplicemente impressionanti”.

Indirizzi di casa, valore immobiliare dell’abitazione, stato di salute anche dei parenti, opinioni politiche, passatempi abituali…tutto è finito nel calderone. Molto peggio di una pre-esistente schedatura attribuita alla Monsanto.

Scopo evidente dell’operazione, contrastare le critiche all’industria agrochimica, ai pesticidi.

Tra i soggetti schedati, personaggi ben noti come l’indiana Vandana Shiva e il nigeriano Nnimmo Bassey. Accanto a molti altri studiosi, forse meno noti all’opinione pubblica (anche due esperti di cucina), ma in prima linea nel denunciare, dati alla mano, le responsabilità di chi danneggia la salute umana e violenta l’ambiente naturale (v. la possibile estinzione delle api).

A reggere i fili della piattaforma Bonus Eventus, responsabile della diffusione dei dati personali di centinaia di ambientalisti militanti, ci sarebbe v-Fluence, specializzata nella difesa dell’agro-alimentare.

Tale agenzia (in mano – pare – a un ex operatore della Monsanto) avrebbe ottenuto più di 400mila dollari dal governo statunitense come contributo per un programma di promozione degli OGM in Asia e in Africa.

Ovviamente, la prima cosa da chiedersi è: quale uso verrò fatto di tali dati personali? Appare scontato che serviranno per screditare le persone in lista, tutti in qualche modo critici nei confronti dell’agrochimica.

Nel frattempo, in questi giorni, due attivisti di “Just Stop Oil”, Phoebe Plummer e Anna Holland, venivano condannati alla detenzione (rispettivamente a due anni e a 20 mesi) per aver lanciato una scodella di zuppa di pomodoro su un’opera di Vincent Van Gogh (“I Girasoli”) all’interno della National Gallery di Londra. Il fatto risaliva al 14 ottobre 2022 e non aveva comportato conseguenze negative per l’opera, egregiamente protette da un cristallo, ma soltanto sciupato leggermente la cornice.

I due militanti intendevano così sollevare la questione del cambiamento climatico e contemporaneamente chiedere la sospensione di ogni progetto di estrazione o lavorazione degli idrocarburi nel Regno Unito.

Per Green Peace tali pene detentive sarebbero “sproporzionate rispetto al danno arrecato”.

D’altra parte anche in G.B. non erano mancate avvisaglie di un radicale “cambio di clima” (ma in senso politico e giuridico).

In luglio altri quattro esponenti di “Just Stop Oil” accusati di aver bloccato un’autostrada (Daniel Shaw, Louise Lancaster, Lucia Whittaker De Abreu, Cressidra Gethin) erano stati condannati a quattro anni di carcere per “cospirazione intesa a causare pubblico disturbo”. Mentre Roger Hallam, cofondatore di JSO e di Extinction Rebellion, veniva condannato a cinque anni in quanto ritenuto responsabile di aver organizzato tale azione di protesta. In concreto, erano accusati di aver preso parte a una riunione Zoom per organizzare il blocco della M25. Come poi era avvenuto. L’azione, iniziata il 7 novembre 2022 (sempre per chiedere al governo di bloccare ogni nuova licenza per l’estrazione o la lavorazione di petrolio e gas), era durata quattro giorni.

Per protestare contro l’ultima condanna, il giorno stesso, altri tre militanti tornavano a cospargere di zuppa l’opera del povero van Gogh (suo malgrado assurto a capro espiatorio) e venivano arrestati sul posto.

Altro precedente. Nell’aprile 2023, due attivisti di JSO erano stati condannati a circa tre anni di prigione per essersi arrampicati sul ponte Queen Elizabeth II. Dove erano rimasti appesi per 37 ore bloccando il traffico.

Forse per il dilagare delle manifestazioni ecologiste, nel 2023 nel Regno Unito è stato introdotto il Public Order Act. Seguito nel 2024 dal Police, Crime, Sentencing and Courts Act che consente alla polizia di arrestare chiunque tra i manifestanti venga ritenuto “troppo rumoroso”.

 

 

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Comments ( 1 )

  • Gianni Sartori

    APPELLO PER UNA RIVOLUZIONE ALIMENTARE (VEGETARIANA) GENERALE

    Gianni Sartori

    L’aviaria imperversa, lo spillover è alle porte (o magari già nel tinello) e lo spettro del “Quarto cavaliere” aleggia tetro quanto mai sul pianeta.Ma – cinicamente e ciecamente – non si vuole affrontare il problema alla radice: quello degli allevamenti più o meno intensivi. Eppure la soluzione sarebbe a portata di mano…

    Scrivo quanto segue ben sapendo che difficilmente verrà pubblicato. Non per “censure” di qualche genere, ma perché semplicemente non interessa. A chi è (o si considera) di sinistra perché comunque “viene prima l’uomo” (antropocentrismo, malattia cronica – o senile ? – del socialismo ?); alle altre anime belle (democratici, autonomisti, cristiani…) per ragioni similari e perché sotto sotto allineati (sussunti ?) alle bronzee legge del profitto (“non vorrai mica mettere in discussione chi lavora”? Ossia allevatori & C.).

    Tuttavia (citazione) “ tiro avanti e non mi svesto degli abiti che son solito portare”.

    Inquietanti segnali ci segnalano che l’influenza aviaria si avvia a divenire (o è già diventata) “malattia globale”.

    A parte l’Australia (ma solo per ora), casi di H5N1 sono stati individuati in ogni angolo del globo terraqueo (con svariate varianti).

    Negli USA risultano contaminati allevamenti di ogni genere, dai polli ai cosiddetti “animali da pelliccia” (linci, volpi, visoni..). Casi comprovati, per ora, di circa 250 allevamenti in 14 stati.

    Più recentemente anche “bovini da latte” (sempre cosiddetti).

    La contaminazione per lo più avviene da un allevamento all’altro. Vuoi per l’inveterata tradizione statunitense di spostare il bestiame in giro per il “Grande Paese” (cowboy si nasce…), vuoi per la contaminazione delle attrezzature della mungitura.

    Da qui lo spillover, il passaggio agli umani, è alquanto probabile. Come in una quindicina di casi recentemente registrati in California, sia da bovini che dai polli.

    Ma, mentre la notizia del 14° caso di infezione nell’uomo di quest’anno negli USA (nel settembre 2024) segnalato in Missouri dal CDC (Centre for Disease Control), presenta toni preoccupati, drammatici (non ancora apocalittici, ma basta avere pazienza), quella dello sterminio “preventivo” di oltre 800mila (ottocentomila !) galline a Codigoro (Ferrara) passa come normale amministrazione (delle “risorse” presumo). Così come recentemente per quello nel veneziano, a Mira (abbattimento di circa 30mila tacchini).

    Due pesi e due misure o mancanza assoluta di sensibilità (non dico empatia)?

    Non vorrei farla troppo lunga. La soluzione, l’unica, esiste. Ossia smettere di allevare animali e di mangiarli. Non entro nemmeno nella discussione per quelli cosiddetti “da pelliccia” (un abominio totale). Ma il discorso vale anche per quelli “destinati alle vostre tavole”, ossia polli, tacchini, maiali, conigli, vitelli…

    Sia intensivamente che “tradizionalmente” a ‘sto punto.

    Insomma smettiamola (smettetela) di mangiarli. Oltre che per ragioni etiche (definirle “umanitarie” mi sembra una contraddizione), per ragioni di pura e semplice sopravvivenza dell’homo (cosiddetto) sapiens.

    Gianni Sartori