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Roma: Nuovo sgombero per il Rialto, blitz dei vigili in via di Sant’Ambrogio

Nuovo sgombero per il Rialto Sant’Ambrogio. Questa mattina gli agenti della Polizia Locale sono intervenuti nello storico immobile di via di Sant’Ambrogio 4, casa, per anni, di una serie di associazioni della capitale tra cui il Forum dei movimenti per l’acqua.

Dopo una prima operazione avvenuta il 16 febbraio scorso, il 24 dello stesso mese le realtà attive nello stabile a due passi dal Portico d’Ottavia erano rientrate decidendo così di opporsi agli effetti della delibera 140 licenziata dalla precedente amministrazione Marino che si era posta come obiettivo il riordino della gestione degli immobili pubblici ormai da tempo nel mirino delle inchieste della Corte dei Conti.

Il destino del Rialto è lo stesso di centinaia di altre realtà cittadine che per anni, in virtù della loro funzione sociale, hanno stipulato con l’amministrazione contratti ‘ribassati’. Poi la stretta della Corte dei Conti, i contratti non rinnovati, la richiesta di pagamenti arretrati parametrati ai canoni di mercato, gli sgomberi.

Per il Rialto quello di stamattina è il secondo e arriva a distanza ravvicinata dal corteo ‘Roma non si vende’ di sabato 6 maggio che ha visto sfilare migliaia di persone da Piazza Vittorio al Campidoglio. Tra le questioni portate in piazza anche uno ‘stop agli sgomberi’ della delibera 140 e l’avvio di un nuovo percorso in merito. Richieste cadute nel nulla. A ‘congelare’ la situazione non è bastata la delibera approvata il 23 febbraio scorso dalla Giunta Raggi che sembrava far slittare le operazioni per gli immobili con attività socio-culturali e puntava a una rapida approvazione di un nuovo regolamento. E nemmeno il recente intervento della Corte dei Conti che ha smontato la tesi del danno erariale.

Nei mesi scorsi, dopo i primi sigilli, sulla situazione del Rialto era stato anche avviato un tavolo di confronto tra gli attivisti e l’assessorato al Bilancio e Patrimonio di Andrea Mazzillo per trovare una soluzione che potesse dare continuità alle attività delle tante associazioni ospitate nello stabile. Tra le ipotesi anche quella indicata da una delibera consiliare del 2004 che prevedeva il trasferimento della sede nell’ex autoparco dei vigili urbani a Porta Portese. I lavori, però, non sono mai partiti. Da febbraio, quindi, si sono susseguite diverse riunioni, assemblee e manifestazioni ma per il Rialto tutto è rimasto fermo alla mattina del 16 febbraio scorso. 

L’immobile è stato riacquisito al Patrimonio di Roma Capitale. Come informa il Campidoglio in una nota, l’operazione è stata coordinata dal Dipartimento Patrimonio. Presenti anche agenti della Polizia locale, della Polizia di Stato e funzionari della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, “alla quale l’edificio verrà assegnato per lo svolgimento delle proprie attività” si legge nella nota. “Al momento si sta anche procedendo al dissequestro delle porzioni di immobile precedentemente sottoposte a misure cautelari disposte dall’autorità giudiziaria: questa ulteriore operazione consentirà di liberare il bene da ogni vincolo e di renderlo utilizzabile per le finalità istituzionali alle quali è destinato”.

“Prosegue dunque l’azione della nostra amministrazione per riportare la legalità nella gestione del patrimonio pubblico comunale, cercando di tutelare chi svolge attività sociali e culturali fondamentali per la collettività” aggiunge Mazzillo “dopo anni di inerzia di cui è stata complice una politica irresponsabile. Poi con il nuovo Regolamento sulle concessioni, che presto verrà discusso in Assemblea capitolina, si aprirà finalmente una fase di vera valorizzazione dei beni comuni nel rispetto delle regole”.

Il Campidoglio, per le realtà del Rialto, vorrebbe aprire la strada del bando. Nel medesimo comunicato che annuncia lo sgombero, definito da Mazzillo “un atto dovuto”, lo stesso assessore annuncia la pubblicazione di un avviso pubblico “per destinare un altro immobile confiscato alle mafie ad enti che promuovano progetti sui temi della valorizzazione dei beni comuni e dell’acqua pubblica”. L’auspicio è che “le associazioni dell’ex Rialto vi partecipino per confermare la volontà di continuare a svolgere un ruolo importante per la città”.

Questa la replica delle associazioni: “Appare chiaro che, nonostante le dichiarazioni di rito, la Giunta Raggi intende con forza far cessare le esperienze di questo luogo di partecipazione democratica e di cultura indipendente” si legge in una nota. “Oggi non ci sono più scuse che tengono: non la Corte dei Conti che ha chiarito tramite sentenza la giustezza delle assegnazioni del patrimonio indisponibile del Comune di Roma alle realta sociali; non il prevalere delle burocrazie che al contrario si muovono solo su input della politica; non la possibilità di addivenire ad una soluzione in quanto da tempo definita dal Consiglio comunale e mai attuata; non la Procura della Repubblica che dissequestra e riconsegna il bene al Comune su istanza di quest’ultimo”. Per le associazioni “la responsabilità è tutta politica della giunta Raggi, del suo Sindaco e degli Assessori coinvolti, Mazzillo e Bergamo”.

Non è piaciuto nemmeno il bando lanciato proprio oggi dall’assessore Mazzillo: “Consideriamo vergognoso e da vecchie pratiche di una politica che non poteva altro che portare a Mafia Capitale, vedere sul sito del Comune un bando di assegnazione per associazioni che si occupano guarda caso di acqua e beni comuni pubblicato proprio il giorno prima di questo nuovo sgombero” continua la nota. “Questo palazzone ha resistito all’abbandono solo grazie alla realtà che da decenni vi svolgono le proprie attività: dalla musica popolare, al teatro indipendente, alle battaglie per l’acqua pubblica. Già, proprio la “prima stella” della Giunta capitolina, sulla quale già la Giunta stessa ha dimostrato di brillare ben poco”. Nel pomeriggio l’assemblea capitolina discuterà proprio del patrimonio in concessione. Gli attivisti chiamano a raccolta nella piazza del Campidoglio alle 14.

Ad intervenire questa mattina sono stati gli uomini del reparto S.P.E e Politiche abitative coordinati dal Vice Comandante Lorenzo Botta. Alle operazioni, che si sono svolte senza incidenti, ha partecipato anche la sovrintendenza. Il Coordinatore Romano della Ugl Polizia Locale, Marco Milani, si è espresso a favore dello sgombero: “Ci interroghiamo su quanti gioielli architettonici versino tuttora nelle medesime condizioni e su che tipo di introiti, gli stessi potrebbero apportare se ne fosse ottimizzata la gestione. Forse i bilanci possono essere sanati, con politiche diverse rispetto alla carenza organica dei dipendenti”.

Ylenia Sina

da RomaToDay

 

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