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Roma: Nuovo sgombero del Baobab, fermati 36 transitanti

Una nuova operazione delle forze di polizia ha sgomberato i migranti del presidio organizzato in piazza Spadolini a Roma, nella zona vicina alla stazione Tiburtina. Trentasei migranti sono stati identificati e portati via a bordo dei blindati dopo aver passato la notte nelle tende messe a disposizione dai volontari di Baobab Experience.

«Credo che questi trentasei si siano volutamente fatti prendere – racconta Andrea Costa di Baobab Experience – per cercare di entrare in qualche modo nel circuito dell’accoglienza. Di solito montiamo le tende la sera e le smontiamo la mattina. Ma è assurdo che gli sgomberi si ripetano, Roma è l’unica capitale d’Europa a non avere un Hub di prima accoglienza in centro, c’è anche a Milano alla stazione centrale, gestito da associazioni come la nostra ma in accordo con le autorità».

Gli «ospiti» dell’accampamento informale nel frattempo stanno aumentando. «Attualmente ne abbiamo un’ottantina – continua Costa – mentre l’anno scorso in questo periodo ne avevamo solo due e il 30 aprile la prima tenda ospitava 13 persone. Se ora sono 80, tra qualche mese saranno almeno il doppio – è la previsione – anche perché oltre ai nuovi arrivati si sommano adesso i cosiddetti dublinanti, persone a cui hanno preso le impronte in Italia e dopo anni vengono rispediti qua dal resto d’Europa in base alla Convenzione di Dublino. In più vengono da noi anche un certo numero di persone che pur essendo ospitate nei centri ufficiali come i Cas da mesi aspettano ancora di incontrare un mediatore linguistico e culturale per avviare la pratica dell’asilo».

I volontari del Baobab, in collaborazione con i dottori dell’associazione Medu e con Msf, garantiscono servizi medici e di assistenza legale, oltre a bagni, docce e pranzi forniti dalle parrocchie e dalle organizzazioni religiose romane.

«La prefettura e il Comune di Roma non ci danno l’autorizzazione per strutturare l’assistenza – spiega Costa – perché pensano di scoraggiare così gli arrivi, in nome del decoro e della sicurezza, ma invece in questo modo fanno solo peggio».

Rachele Gonnelli

da il manifesto

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