Roma: rastrellamenti al campo rom Casilino ‘900

Hanno paura gli abitanti della favela Casilino ‘900, un insediamento così vasto e così misero da perdere persino la connotazione di campo. «Sono arrivati alle 6.30 quelli della polizia municipale. Ci hanno svegliato di soprassalto, i bambini ancora dormivano, e hanno iniziato a prendere alcuni di noi. Poi li hanno fatti salire su un pullman e li hanno portati via. Così, senza avvertirci. Ci hanno tolto i gruppi elettrogeni e tutte le nostre cose». A parlare è Sevlia, una ragazza rom che vive nel campo. Parla e piange, è preoccupata per le persone che stanno portando via, per gli anziani del campo malati, per le donne incinte. Teme di non rivederli mai più. Dall’altra parte nessuno a fornito loro rassicurazioni. «Ci stanno chiedendo se possiamo dimostrare che i gruppi elettrogeni sono nostri – prosegue la donna – Dicono che dobbiamo mostrare gli scontrini. Hanno portato via anche il padre di un bambino down che ha crisi epilettiche e deve essere sottoposto quotidianamente alle visite. Come è possibile procedere in questo modo?».
C’è chi, a Casilino ‘900, una cosa del genere se l’aspettava. D’altra parte, da circa due mesi, la situazione è peggiorata: le vie d’accesso sono bloccate e per gli abitanti del campo anche la più banale attività è diventata complicata. L’insediamento è grande, sembra una piccola città di fango e immondizia, e per attraversarlo tutto serve la macchina. Adesso che i rom sono costretti a lasciare l’automobile fuori dall’insediamento, per molti anziani, malati e donne incinte spostarsi dalle proprie baracche è pressoché impossibile. E si ritiene fortunato chi la macchina ce l’ha ancora. Molte delle loro auto sono state incendiate, danneggiate oppure rubate. Per vendetta, per avvertimento o per mera intolleranza. Ora che le scuole stanno per riaprire, i piccoli rom dovranno percorrere chilometri a piedi prima di raggiungere il mezzo di trasporto più vicino. Sempre a patto che a scuola riescano ad andarci.
fonte: Carta
Share this: