«Rilevato che per la vicinanza ai palazzi istituzionali piazza di Montecitorio non sarebbe idonea a contenerle con ripercussioni per l’ordine e la sicurezza pubblica…»: la Questura di Roma ha vietato all’Unione sindacale di Base il diritto di manifestare davanti al parlamento il prossimo 2 dicembre (il giorno prima della manifestazione nazionale a Roma «Abbassate le armi e alzate i salari», il presidio era stato indetto in concomitanza con una giornata di sciopero generale). Per l’Usb la decisione «senza alcuna motivazione dotata di senso e trascurando la natura altamente simbolica del parlamento calpesta il diritto fondamentale alla libertà di manifestazione del pensiero e del dissenso». La Questura ha prescritto al sindacato di spostare la manifestazione in piazza Santi Apostoli.

Non è una novità che la piazza davanti alla camera dei deputati venga negata alle manifestazioni, è successo quest’anno con gli insegnanti (a maggio) e con i No Green Pass (ad aprile). Ma la decisione stride con un precedente, quello del settembre 2019 quando Giorgia Meloni radunò una grande folla a Montecitorio contro il governo Conte 2, con tanto di palco e transito bloccato per ore. La novità è che nel novembre 2021, dopo la clamorosa mancata protezione della sede Cgil, il prefetto di Roma ha cambiato le regole e chiuso le piazza. Quel prefetto era l’attuale ministro, Piantedosi.

da il manifesto