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Roma: Dopo il 25 marzo, foglio di via dalla città dove studia

Dopo i cortei di sinistra di sabato 25 marzo a Roma. Espulsi dalla Capitale perché in possesso di fumogeni e felpe nere con cappuccio. Marco, studente abruzzese a Roma tre, non aveva alcun fumogeno. Tredici persone colpite da misure restrittive a quasi un anno di distanza da un corteo antifascista dell’anno scorso

Il colossale dispiegamento di forze schierato dal Viminale guidato da Marco Minniti (Pd) nelle piazze romane anti-austerity di sinistra sabato 25 marzo ha sospeso il diritto di manifestare per oltre 120 persone, trattenute in un centro di identificazione a Tor Cervara, imposto il controllo di 2 mila persone e 30 fogli di via dalla Capitale. Misure adottate in base al rovesciamento di uno dei principi dello stato di diritto: la presunzione di innocenza si è trasformata in presunzione di colpevolezza in base all’allarme psicopolitico diffuso sui media su «scontri» che regolarmente non ci sono stati e sul possesso di oggetti ritenuti «pericolosi» come ad esempio un coltellino da formaggio, felpe nere con il cappuccio o fumogeni acquistabili da tutti in negozi di giochi pirotecnici.

Il sito Dinamopress denuncia il caso di uno studente abruzzese che studia all’università Roma tre e sabato scorso ha ricevuto un «foglio di via» perché sorpreso in un bar vicino alla partenza del corteo «La nostra Europa/#EuropeForAll» a piazza Vittorio alle 11. Con lui c’erano altri coetanei abruzzesi, fuorisede a Bologna, trovati in possesso dei «pericolosi» fumogeni destinati ad essere accesi durante un corteo più che normale contro le politiche europee. Marco, nome di fantasia, vive a Roma da tre anni, e da oggi non potrà più tornare a dare esami per il prossimo anno. Il colmo è che lui non aveva alcun fumogeno. Altri due compagni hanno preso un foglio di via di due anni, gli altri di uno. «Il foglio di via – racconta – È stato emesso perché a causa delle mie frequentazioni sarei da considerare una “persona pericolosa per la sicurezza pubblica” e perché, “per giunta”, indossavo un abbigliamento «del tipo abitualmente usato dagli appartenenti ai gruppi antagonisti in occasione delle manifestazioni di piazza». Inoltre, sempre secondo il foglio di via, la mia presenza a Roma sarebbe stata “finalizzata alla realizzazione, in occasione delle manifestazioni antieuropeiste , di condotte di forte allarme sociale e potenzialmente pericolose per la sicurezza pubblica». In base a queste ragioni è stato disposto il mio “rimpatrio” nel luogo in cui ho la residenza».

Giovedi mattina all’alba, sono state notificate misure restrittive della libertà personale a 13 attivisti dei movimenti romani: nove obblighi di firma e quattro arresti domiciliari per fatti accaduti quasi un anno fa al corteo «CasaPound Not Welcome», il 21 maggio 2016. Nella settimana precedente c’è stata un’aggressione neofascista al Pigneto, in dieci contro tre, tra cui un sindacalista Cgil. Fu inoltre autorizzato un concerto di estrema destra a Colle Oppio. Il corteo, inizialmente vietato, fu autorizzato dopo un’intensa campagna di una rete di associazioni, dall’Anpi alle Madri per Roma Città Aperta.

Roberto Ciccarelli

da il manifesto

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