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Riots in Inghilterra e in particolare a Londra 1981, 1995, 2011

40, 25 e 10 anni fa … la riproduzione dei Riots in Inghilterra. Questa sequenza comincia con la svolta liberista imposta dalla signora Thatcher: da allora aumentano la povertà e la disoccupazione che colpiscono come sempre i più sfortunati cioè i più razzializzati e inferiorizzati in tutti i sensi. La polizia inglese inaugura allora le modalità aggressive e sempre più violente che negli Stati Uniti diventano pratica quotidiana di una polizia che ammazza abitualmente neri e ispanici. Ma queste modalità si diffondono anche negli altri paesi fra i quali la Francia e l’Italia: la prova è che diminuiscono i reati ma aumentano gli arresti e i detenuti con una sfacciata sovrarappresentazione di immigrati e marginali (fra cui i tossicodipendenti). 

Allo stesso tempo le polizie liberiste sono quelle che si adattano a tollerare sempre più gli illegalismi che fanno comodo ai dominanti locali e nazionali cioè il super-sfruttamento violento  di lavoratori al semi-nero e nero, le collusioni fra legale e criminale. E questo alimenta la diffusione di reati da parte di operatori delle polizie.  

40 anni fa: la rivolta di Brixton (Brixton Riot) Il “sabato nero” (Bloody Saturday)

Vi parteciparono 5000-25.000 persone.

Il governo Thatcher aveva fatto scelto di politica economica e sociale devastanti: la disoccupazione fra i giovani neri era salito sino al 55% nei quartieri popolari delle grandi città fra cui Brixton a Londra.

La recessione colpì duramente la comunità afro-caraibica. I rapporti tra la polizia e gli abitanti di Lambeth, di cui fa parte Brixton, andarono peggiorando. Alcuni militanti neri, tra cui Darcus Howe, organizzarono una marcia il 2 marzo con 5000-25000 persone. I manifestanti marciarono per 17 miglia sino a Hyde Park. La manifestazione terminò senza alcun tipo di disordine; ma dopo iniziarono scontri violenti con le varie pattuglie di polizia che di fato provocava. Alcune settimane dopo ebbero inizio i primi arresti nei confronti dei manifestanti, con l’accusa di incitamento alla rivolta e istigazione a delinquere; ma furono assolti dopo breve tempo. Nei primi giorni di aprile la polizia metropolitana iniziò la cosiddetta Operation Swamp 81, un’operazione in borghese che dicevano fosse volta a ridurre il crimine. Gli agenti di polizia iniziarono a girare in borghese nel quartiere di Brixton e, ricorrendo intensivamente alla sus law, fermarono e perquisirono 1000 persone, arrestandone 82. La sus law permetteva alla polizia di arrestare un individuo sulla base del solo sospetto. Alcuni membri della comunità afro-caraibica denunciarono che la polizia arrestava persone di colore senza nessuna ragione specifica. Il leader del Lambeth London Borough Council (municipalità di quartiere) denunciò che la presenza della polizia “servì a creare un esercito di occupazione” (fi fatto coloniale cioè razzista) che pose le basi per lo scoppio della rivolta.

La morte di Michael Bailey

Il malcontento toccò il massimo il 10 aprile 1981. Il pomeriggio Michael Bailey, un ragazzo di colore appartenente alla comunità afro-caraibica, fu fermato da un agente di polizia e successivamente ritrovato dai suoi compagni in gravi condizioni fisiche, con ferite da quattro coltellate. Si radunò la folla che, dato che la polizia non prendeva alcun provvedimento per il medicamento del giovane ferito, cercò di intervenire. La folla si infuriò. Michael fu portato d’urgenza in ospedale ma non sopravvisse. La tensione in Railton Road aumentò ancora di più a causa dell’aumento del numero di pattuglie della polizia. Nonostante la criticità della situazione, gli agenti continuarono con l’operazione ‘Swamp’ fino a sabato 11 aprile.

Il Bloody Saturday.

Gli abitanti del quartiere si convinsero che il giovane fosse morto a causa dell’aggressione di un agente. Si aggiunse la perquisizione di una minifurgone conclusasi con l’arresto del suo passeggero. Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Alle cinque del pomeriggio dell’11 aprile Brixton si trasformò in un campo di battaglia. Durante gli scontri furono saccheggiati negozi e vennero appiccati numerosi incendi. Alcuni cittadini iniziarono a cercare un dialogo con gli agenti della polizia chiedendo la diminuzione delle pattuglie nella zona. Ma la richiesta fu respinta; la furia della rivolta scoppiò, dunque, in altri violentissimi scontri. Vennero incendiati due pub, 26 negozi, scuole e altre strutture pubbliche. Intorno alle 9 di sera, oltre 1000 agenti furono mandati a Brixton.

Durante la rivolta 299 poliziotti vennero feriti, 65 edifici pubblici, 61 automobili private e 56 veicoli della polizia vennero danneggiati o distrutti; 28 i locali bruciati e 117 quelli colpiti e saccheggiati. Gli arresti avvenuti durante la rivolta arrivarono a 82.

Tra il 3 e l’11 luglio del 1981 a Birmingham, a Southall (Londra), a Toxteth (Liverpool), a Hyson Green (Nottingham) e a Moss Side (Manchester), a Leeds scoppiarono rivolte come a Brixton: il malcontento contro il razzismo e la disoccupazione esplosero. E dopo anche a Southampton, Halifax, Bedford, Glocester, Wolverhampton, Coventry, Bristol ed Edimburgo, tutti luoghi segnati da discriminazioni razziste e povertà.

Lord Scarman svolse un’inchiesta pubblica sulla rivolta rilevando l’uso ingiustificato e sproporzionato e indiscreto dello stop and search da parte della polizia contro i gruppi di colore. A partire da questo rapporto fu elaborato il nuovo codice di comportamento di polizia, che fu successivamente inserito nel Police and criminal evidence act nel 1984. Per tentare di ripristinare la fiducia dei cittadini nella polizia, fu creato anche un corpo indipendente chiamato Police Complaints Authority, istituito ufficialmente nel 1985. Ma in un altro rapporto del 1999, il Macpherson Report, fu spiegato il fallimento della polizia: in un momento già difficile e socialmente ed economicamente essa provocò una vera e propria persecuzione dei sospetti che venivano arrestati attraverso lo stop and search. Le raccomandazioni del report di Scarman del 1981 furono ignorate; concludeva dicendo che la polizia era stata istituzionalmente razzista.

Il 13 aprile la signora Thatcher, per nascondere l’evidente e inarrestabile aggravamento dell condizioni economiche della popolazione e in particolare di quella di colore, commentò il caso di Brixton dicendo che “nulla, davvero nulla giustifica ciò che è accaduto” e aggiunse: “il denaro non potrà mai comprare né la fiducia né la stabilità razziale”

I disordini di Brixton del 1995

Iniziarono il 13 dicembre dopo la morte di Wayne Douglas, un uomo di colore di 26 anni, in arresto di polizia. Douglas, poche ore prima, aveva derubato, minacciandoli con un coltello e in casa loro, una coppia di coniugi. I problemi scoppiarono dopo una protesta pacifica organizzata al di fuori della stazione di polizia di Brixton, dove era avvenuta la morte. La rivolta durò cinque giorni, vennero arrestate 22 persone, accusate di disturbo della quiete pubblica, furto e vandalismo. Chiaramente come nel 1981 la rivolta fu contro il razzismo e contro la povertà.

Un cittadino raccontò:

La gente del posto non è solo arrabbiata per la morte di Wayne Douglas ma per l’intera gentrificazione di Brixton. Le case popolari e le case occupate da squatter sono state svendute a pub del quartiere come l’Atlantic, prima da sempre gestito da gente di colore; ora ha riaperto con il nome di ‘The Dog Star’, gestito da yuppie. Nella furia, hanno fatto irruzione, l’hanno saccheggiato e dato alle fiamme. Il piano di sviluppo City Challenge da 33 milioni che include anche le telecamere a circuito chiuso va a beneficio delle sole grandi società, non agli ambulanti del quartiere.”

Un altro abitante del quartiere, identificato come “Joyce”, raccontò:

La gente stava issando le barricate. C’erano centinaia di persone coinvolte, soprattutto giovani, sia bianchi che neri, ed erano del posto, non venivano da fuori. È stata la concomitanza tra la morte di quest’uomo di colore morto in mano alla polizia e lo stato in cui Brixton si trova al momento. Con il City Challenge, la città è in mano agli yuppie, mentre i centri per l’impiego, i parco-giochi e le biblioteche stanno chiudendo.”

La violenza scoppiò a seguito di uno scontro tra la polizia e circa 100 dimostranti. Alcuni testimoni riferirono di avere sentito gruppi di giovani di colore urlare alla polizia : “Assassini !, assassini !” Alcuni testimoni oculari hanno descritto la presenza della polizia alla manifestazione come, in un atteggiamento “incredibilmente autoritario”.

I rivoltosi attaccarono la polizia, depredarono negozi e incendiarono automobili.

Wayne Douglas era sotto custodia della polizia: morì per un attacco cardiaco perché era stato costretto a stare disteso per terra con le mani ammanettate dietro la schiena. L’autopsia rivelò inoltre che Douglas soffriva di una malattia cardiaca.

Riots in Inghilterra e in particolare a Londra 6-10 agosto 2011

Dal 6 al 10 agosto 2011 in Inghilterra e in particolare a Londra scoppiò una serie di rivolte ancora più impressionante di quella avutasi nel celebre sabato nero dell’aprile 1981 a partire da Brixton.

Tutto cominciò nei quartieri periferici di Londra con autoriduzioni nei supermercati e grandi negozi e rivolte nel quartiere di Tottenham e poi a Chelsea, Brixton, Oxforf Circus (Piccadilly). La causa delle sommosse fu l’uccisione di un sospetto ventinovenne nero, Mark Duggan, padre di quattro figli, ucciso dalla polizia. La rivolta, si propagò velocemente in tanti altri quartieri. Molti negozi furono dati alle fiamme, saccheggiati e distrutti da manifestanti in genere molto giovani (dodicenni) e senza alcun timore. La rivolta violenta contro i negozi scintillanti del centro di Londra era assai esplicita: i giovani delle periferie dimostravano di non voler subire sempre più povertà mentre i ricchi potevano permettersi abiti e merci di lusso.

I disordini furono preceduti da una sparatoria a seguito di un arresto avvenuto il 4 agosto a Londra, nel quartiere di Tottenham. Mentre era in corso l’arresto di Mark Duggan, uno spacciatore nero, l’uomo avrebbe ferito un poliziotto provocando la risposta della polizia che aprì il fuoco uccidendolo.

Il 6 agosto, una protesta pacifica raggiunse la Stazione della MET di Tottenham, era organizzata da amici e parenti di Mark Duggan per chiedere giustizia per la famiglia. Nella notte del 6 agosto, la situazione nel quartiere di Tottenham degenera. I manifestanti iniziano a reagire violentemente contro i poliziotto. Un ufficio postale e le abitazioni limitrofe, nonché un autobus a due piani e diverse automobili furono incendiati. Almeno otto poliziotti feriti.

Alle ore 20.00, la rivolta si propaga nel quartiere di Wood Green, ma alcuni poliziotti in assetto anti-sommossa erano sul posto e la bloccano.

In un altro quartiere vicino l’azione dei manifestanti non è arginata dalla polizia, troppo occupata in altre aree. Il culmine della violenza si è raggiunto con il saccheggio continuato di negozi fino all’alba senza alcun intervento delle forze dell’ordine.

Nelle prime ore del 7 agosto si registrano disordini nel quartiere di Wood Green. Numerosi negozi di vestiario, elettronica e videogiochi sono saccheggiati da un gruppo di circa 100 giovani. La polizia non riesce a intervenire.

Nella serata del 7 agosto, si verificano violenti disordini nel quartiere a nord di Tottenham, a causa della massiccia presenza di polizia anti-sommossa che proteggeva gli edifici principali del quartiere.

Verso le 19:00, la polizia affronta una trentina di giovani manifestanti in strada e circa cinquanta davanti a un supermercato saccheggiato. I cani della polizia sono stati impiegati per sedare la rivolta.

Le scene di Enfield ricordano i disordini del 6 agosto avvenuti nel quartiere di Tottenham.

Brixton

La polizia anti-sommossa e i giovani manifestanti si scontrano. Quando la polizia li ferma questi attaccato lanciando pietre e il contenuto dei cassonetti dell’immondizia.

Dall’8 agosto, tutti i 32 quartieri di Londra sono stati messi in allerta anti-sommossa.

La mattina dell’8 agosto, diversi negozi del quartiere di Enfield sono oggetto di vandalismi e saccheggi da parte dei manifestanti e due veicoli sono dati alle fiamme. Centinaia di poliziotti anti-sommossa e unità cinofile arrivano nel quartiere per arginare i disordini, i saccheggi e i roghi di negozi, case e veicoli. Un grande centro di distribuzione della Sony è dato alle fiamme; il fuoco distrugge l’edificio.

Walthamstow e Walthamstow Central

Oltre 30 giovani manifestanti distruggono e saccheggiano negozi nella mattina dell’8 agosto.

Chingford Mount

Alle 00.45 l’8 agosto, gli ufficiali di polizia iniziano ad arrestare i manifestanti che saccheggiavano i negozi. Tre poliziotti sono feriti nel tentativo di fermare alcuni giovani manifestanti.

Nel quartiere di Hackney molti veicoli sono dati alle fiamme. I rivoltosi utilizzano bombe molotov contro i negozi.

Croydon si registra la prima vittima degli scontri: un giovane ventiseienne, ritrovato gravemente ferito all’interno di un’automobile la sera dell’8 agosto, muore poi in ospedale.

Molti negozi sono saccheggiati e distrutti. L’episodio più grave è l’incendio di un mobilificio da parte dei manifestanti, i quali lanciano mattoni, bottiglie, pietre, immondizia e altri oggetti contro la polizia in tenuta anti-sommossa.

Altri disordini si verificano in 10 altri quartieri londinesi.

L’8 agosto si verificano nuovi disordini in altre città fra le quali Birmingham, Leeds, Liverpool, Bristol, Nottingham

9 agosto

Nel quarto giorno di proteste, Londra vide un dispiegamento di 16.000 agenti. Ma sommosse scoppiano in altre grandi città: a Manchester un negozio è dato alle fiamme. Altri disordini si verificano di nuovo in quasi tutto gli altri quartieri londinesi.

11 agosto il Parlamento è richiamato a Londra per una seduta straordinaria. Durante la seduta, durata 7 ore, è comunicato il dato sull’arresto di almeno 1.500 persone e la volontà di non ricorrere all’esercito per calmare le proteste.

Vi sono state 5 vittime a causa degli scontri. Oltre al giovane morto a Croydon, tre uomini sono stati investiti da un’automobile a Birmingham mentre stavano cercando di difendere il loro negozio dai saccheggiatori. L’autista, un trentaduenne, è stato successivamente arrestato con l’accusa di omicidio, dopo che le prime ricostruzioni hanno stabilito che l’investitore abbia ucciso deliberatamente.

Turi Palidda

 

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