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Respingiamo il razzismo e la repressione. Ora e sempre NoFrontex!

Lo scorso 24 agosto, la questura di Catania ha dato un foglio di via di un anno dal comune etneo a un attivista perché indagato per l’imbrattamento della sede dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex che si trova in città.

Frontex è uno dei primi responsabili delle stragi che stanno trasformando il Mediterraneo in un cimitero. Tra droni, motovedette, aereoplani e radar, Frontex da anni condanna decine di migliaia di persone a morire in mare o a restare bloccate nel gelo dei balcani, esponendo persone sopravvissutə al viaggio alla violenza delle varie polizie locali e della “guardia costiera” libica. Frontex è un’industria di guerra, che fino al 2027 riceverà 5,6 miliardi di euro dall’Unione Europea per essere più efficace nell’identificare, criminalizzare, rimpatriare e lasciare morire. E’ un’agenzia cinica, spietata e vigliacca, visto che pensa di poter operare in silenzio e nell’invisibilità: a Catania la sede di Frontex, la seconda in Europa, si nasconde alla città, nell’ex ufficio dell’anagrafe, impaurita. E’ quindi anche per questo motivo che la questura si sta vendicando sulla persona che ipotizza abbia semplicemente scritto su un muro la verità che “Frontex uccide” .

La repressione statale passa per l’uso del foglio di via, una misura amministrativa che opera una punizione preventiva sulla base di quelli che di fatto sono pregiudizi, ma che ha il potere di allontanarti di forza e repentinamente dal posto in cui tessi relazioni politiche e ti organizzi con altrə. Il foglio di via sta colpendo sempre di più lə attivistə, in tutte le parti di Italia, operando come mezzo di censura e intimidazione. Ma il foglio di via avvelena quotidianamente anche la vita delle persone migranti, condannate da leggi razziste e ingiuste all’irregolarità e alla marginalità sociale e lavorativa. Venditori ambulanti, persone senza fissa dimora, sex workers, giovani delle periferie etichettatə come “baby gang” e, più in generale, coloro che son poverə non possono essere cacciatə dalle nostre città solo perché lottano per sopravvivere. Eppure è proprio questo che è stato voluto dal PD di Minniti quando, nel 2017, ha introdotto il DASPO urbano.

Alle imposizioni sulle nostre vite date dalla gestione governativa della pandemia, si aggiunge il crescente uso di queste misure repressive. Ciò deve preoccupare chiunque e spingerci a mobilitarci per la difesa delle libertà di tuttə, non solo perché il fascismo sta per tornare a governare questo paese, ma perché siamo immerse in una guerra globale che ci stanno facendo pagare a carissimo prezzo. Di fronte a tutto questo, dobbiamo tuttə difendere la possibilità di organizzarci, protestare e opporci.

  • Per ribadire, assieme, che “Frontex uccide” e che Catania città aperta e solidale non può tollerare la presenza di questa agenzia di morte, che si è installata in centro al posto dell’anagrafe, togliendoci un servizio pubblico che deve tornare ad essere accessibile. Frontex deve andarsene da Catania, oltre che chiudere ovunque.
  • Per ricordare che fogli di carta non possono espellere le persone dal tessuto sociale in cui vivono o vogliono stare, né criminalizzare chi lotta per un mondo più giusto. Nessun foglio di via: né per chi è ostaggiə del regime di frontiera, né per chi lotta contro di questo.
  • Per chiarire che la repressione non ci fa paura e che le intimidazioni non fermano la complicità tra chi resiste a questo incubo di violenza e miseria in cui ci stanno portando i grandi capitali e lo stato che li difende.

Vi aspettiamo per una serata benefit per le spese legali

VENERDI’ 23 settembre dalle ore 19,30, al Baraccio in via Antonio De Curtis 34

Antirazzistə catanesi 

 

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