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Repressione padronale: Denunciavano i suicidi in Fiat, licenziati quattro operai

Avevano ‘impiccato’ Marchionne dopo il suicidio di una collega. Sono stati oltre duecento i suicidi tra i cassintegrati Fiat dopo il 1980

Con un atto che purtroppo ha molti precedenti Fiat ha deciso di licenziare 4 operai dello stabilimento di Nola, accusati di aver inscenato il finto suicidio di Marchionne dopo quello vero di una lavoratrice che lottava per il suo diritto al rientro in fabbrica e contro le sevizie di anni di reparti confino e cassa integrazione. Incitazione alla violenza e grave nocumento morale ai vertici dell’azienda!!! Di questo sarebbero responsabili i quattro operai! Un manichino, una maschera e una finta bara sarebbero gli strumenti di tale “violenza” e “grave danno morale”. Il fatto gravissimo è che vengono licenziati quattro lavoratori che denunciavano la sequela di suicidi che costella la storia vergognosa di Fiat, ultimo quello di Maria Baratto. Sono stati oltre duecento i suicidi tra i cassintegrati fiat dopo il 1980.

Il padrone Marchionne non consente la libera espressione del dissenso né in azienda né fuori dai cancelli. Il suo dominio non ammette interferenze, piccole o grandi che siano. La tentata rappresaglia per lo sciopero alla Maserati la dice lunga. Ci schieriamo – senza se è senza ma – con i lavoratori licenziati e chiediamo la loro reintegra. Chiediamo che tutte le organizzazioni sindacali a partire dalla Fiom facciano altrettanto. Quando si colpisce un lavoratore si colpiscono tutti i lavoratori. Questi licenziamenti sono la risposta alla crescente difficoltà di Fiat, che lo sciopero Maserati ha reso evidente. Cala il consenso e cresce il malessere tra gli operai. Per questo Marchionne ha voluto dare un segno generale ai lavoratori, non alzate la testa perché verrà tagliata!

L’unica vera violenza e’ la sua. Sia quella che quotidianamente scarica sull vita di uomini e donne a cui chiede di piegare il proprio corpo, sia quella che esercita su trasferiti, puniti, nominati alla gogna della cassa integrazione. Una lunga storia di inusitata violenza, sempre coperta dalla politica e da tanta parte del sindacato!

Ora basta! Non abbassate la testa lavoratori e lavoratrici Fiat!!!

Sergio Bellavitacoordinatore rete 28 aprile Fiom

Il comunicato dei Cobas

CON  I  LICENZIATI  FIAT , CONTRO LA DITTATURA DI MARCHIONNE

Con una rapidità insolita, ad una settimana dallo svolginento dell’audizione opposta alle contestazioni disciplinari , il 24/6 la Fiat-Pomigliano licenzia 4 operai-cassintegrati Cobas , deportati da 6 anni nella cayenna di Nola.

A questo dispotico sopruso si è aggiunto il paradossale licenziamento di Mimmo Mignano. Mimmo, pur non avendo alcun rapporto di lavoro con la Fiat che lo aveva licenziato 6 anni fa per motivi politici, in previsione del suo possibile reintegro da parte del Trib.di Nola nell’udienza finale  del prossimo 17luglio ,viene ” licenziato in via preventiva”.

Una assurdità giuridico-legale unica nel suo genere, che però testimonia il livore della Fiat nei suoi confronti ed insieme il timore che un suo ricollocamento in fabbrica possa sconvolgere i ritmi da caserma imposti a suon di diktat dal caporale Marchionne.

Un elemento di debolezza e fragilità del prepotente apparato Fiat e del suo manager. Già , perchè se Marchionne si sentiva offeso dal simbolico gesto del capestro esposto davanti la ” fabbrica dei suicidi” , aveva la possibilità di rivalersi sul piano penale contro Mimmo, come qualsiasi cittadino normale fa attraverso la querela. Ma ” che c’azzecca il licenziamento in previsione del suo reintegro in fabbrica?”.

Risulta evidente l’arroganza del caporale Marchionne ! Che se ne frega delle leggi e della Costituzione italiane, facendo a modo suo, come continua a fare in Fiat e di recente alla Maserati, visto che sindacati-partiti-tstituzioni asserviti lasciano fare e disfare !!

La notizia dei licenziamenti sta facendo il giro del mondo, spinta proprio dall’ego megalomane e  borioso del caporale Marchionne che accusa anche gli operai-suicidi di nuocere al business FCA negli Usa e nel mondo!

Va a merito di Mimmo e dei 4 licenziati di aver tenuto botta alla violenza della Fiat, alla sua predisposizione criminale che passa come un rullo compressore sulle fragili esistenze dei lavoratori, tanto da spingerne alcuni di loro al suicidio e all’annichilimento. Questo cinico e baro comportamento di odiosa insensibilità verso gli altri,a maggior ragione nei confronti dei propri dipendenti, non è soltanto sanzionabile come ” mobbing”(lo stato di malattia che insorge a causa dell’isolamento e delle discriminazioni) , bensì è più penalmente rilevante in molteplici reati a partire da ” l’induzione al suicidio”.

Nè la Fiat , nè alcun altro, ci ridaranno i 3 compagni/e di lavoro “suicidatisi” alla Fiat-Pomigliano.

Ma è certo che impediremo lottando con i pugni e con i denti che altri lavoratori giungano all’autolesionismo, così come difenderemo i nostri compagni licenziati, rei di aver infuso coraggio e passione nel far tornare in Fiat la speranza , di un lavoro dignitoso per tutti , in cui primeggino i diritti e non la preoccupazione che in ” Fiat si muore”.

E’ faticoso contrastare da 50 anni il dispotismo del Gruppo Fiat, nel contribuire a far riassumere i licenziati, nel riassorbire i cassintegrati, nel perorare il ripristino dei diritti in fabbrica.

Se ne convinca anche Marchionne, non ci siamo stancati , ne ci stancheremo mai fin quando esisteranno dei despoti come lui !

Siamo con i licenziati e cassintegrati, con tutti i lavoratori che lottano per i diritti e la dignità del lavoro.

Siamo con Mimmo Mignano e i 4 attuali licenziati Cobas , per riaffermare che ” nessun licenziamento è giustificato” e per avere la soddisfazione del loro reingresso vincente in fabbrica.

COBAS LAVORO PRIVATO – CONFEDERAZIONE COBAS

 

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