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Prato, lavoratori sfruttati e pestati: 4 arresti

4 arresti per l’aggressione agli operai Dreamland di Prato in sciopero contro lo sfruttamento.  Inchiesta avviata dopo l’aggressione ai lavoratori che, sotto le bandiere di Si Cobas, manifestarono davanti al pronto moda Dreamland. In carcere due persone ritenute a capo dell’attività e due stretti collaboratori. Trovati riscontri alla denuncia degli operai: turni massacranti, paghe da fame, ricatti.

di Si Cobas

Era il novembre 2018 quando avveniva la prima aggressione a colpi di mazze e coltelli a degli operai “colpevoli” di aver sciopero nel distretto contro lo sfruttamento.

Sono dovuti passare quasi cinque anni e una lunga serie di altre aggressioni tutt’oggi rimaste impunite – su tutte quelle alla Gruccia Creations e alla #Texprint – per vedere per la prima volta qualche conseguenza nei confronti di imprenditori che hanno deciso di rispondere alle rivendicazioni dei diritti con le bastonate.

Un’impunità degli aggressori alimentata e coperta molto spesso dalla criminalizzazione degli scioperi con con cui a Prato si è costretti a rivendicare una giornata di otto ore e diritti basilari.

Qualcosa sta cambiando?

Sarebbe l’ora.

Lo diremo quando la stessa risposta verrà data anche nei confronti degli aggressori e sfruttatori della Texprint, a partire dai titolari immortalati nei video a colpire con mattoni e cazzotti gli operai in sciopero.

Colpire un “pesce piccolo” non diventi lo specchietto per le allodole per distrarre dall’impunità dei “pesci grandi”.

Tante denunce per sfruttamento continuano a cadere nel vuoto, mentre le stesse parole dei lavoratori vengono messe in discussione ed il sindacato accusato continuamente di “strumentalizzazione”.

Nel caso della #Dreamland il clamore mediatico nazionale evidentemente ha reso impossibile per la Procura rimanere immobile.

Ma per il resto la Procura ci sembra molto più impegnata ad incriminare con accuse infondate chi rivendica diritti e dignità.

S.I. Cobas Prato e Firenze

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