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Pisa: Sgomerato #Excolorificio

 «Lo sgombero si poteva sospendere, ma il sindaco di Pisa Filippeschi non era disponibile ad una trattativa insieme agli occupanti e alla Questura».La diretta dello sgombero trasmessa da Radio Roarr

[13.02] Dopo molte ore dall’inizio dello sgombero, finalmente il sindaco e l’amministrazione di Pisa prende una posizione, attraverso un comunicato stampa. “Ingiusto e strumentale il tentativo di addossare al comune, al sindaco e alla giunta, l’iniziativa dello sgombero” dell’ex Colorificio. Bisogna stabilire la verità sulla situazione, è scritto ancora nel comunicato. Ma il collettivo Rebeldìa si domanda di quale verità si stia parlando. Se si ristabiliranno “condizioni che garantiscano il rispetto della legalità”, fanno sapere ancora dal comune, allora l’amministrazione potrà rendersi disponibile per un confronto. Ma un dialogo con Filippeschi e una presa di posizione chiara, gli occupanti la cercano da mesi. Evidentemente, sotto la pressione dei media, che in queste ore stanno diffondendola notizia dello sgombero, il sindaco non può più tacere.

[12.53] Una telefonata di solidarietà è appena arrivata anche Dino Pagliari, l’allenatore del Pisa calcio. Pagliari si è detto dispiaciuto e scorato dalla notizia dello sgombero. “L’ho già detto altre volte e lo ripeto – interviene Pagliari -: il comune deve farsi carico di un dialogo tra la proprietà J Coloros S.p.a, la Questura e gli occupanti. La città oggi ha perso – credo e spero solo temporaneamente – una realtà importantissima”.

[12.22] E’ ufficiale: l’ex Colorificio Liberato è stato sgomberato. In questo momento le forze dell’ordine stanno facendo uscire le persone dalle varie stanze. Gli occupanti stanno portando via le attrezzature più preziose. Ma un anno di occupazione e di tantissime attività non si possono sgomberare nel giro di pochi minuti. In giornata verranno posti i sigilli alla struttura. E’ triste pensare che un luogo di sperimentazione culturale così all’avanguardia – ed espressione dei valori fondanti della nostra Carta costituzionale – sta per soccombere difronte all’ignoranza e all’arroganza degli interessi privati di una azienda che non porterà alcuno sviluppo nell’area.

[12.16] Il Questore Gianfranco Bernabei di Pisa è arrivato all’ex Colorificio e in questo momento sta parlando con gli occupanti. La sua presenza sembra per il momento rassicurare il collettivo, anche se è presumibile che il capo della polizia pisana dovrà dare seguito all’ordinanza di sequestro preventivo dello spazio occupato.

[12.00] Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi si difende dalle accuse: “Non sono sparito da nessuna parte. Non si possono diffondere falsità. Il comune non ha nulla a che vedere con lo sgombero. L’ex colorificio è proprietà privata e la Questura sta eseguendo un ordinanza emessa dal Tribunale”. La posizione difensiva del primo cittadino appare però come un tentativo di sgravare il comune da una evidente responsabilità: lo spazio in questione è utilizzato da migliaia di cittadini pisani. “Non è una ragione sufficiente per muoversi? Come si fa a far finta di niente”, si chiedono gli occupanti? Di fatto Filippeschi una posizione sembra averla già presa: il suo chiamarsene fuori dà ragione a chi per anni ha spremuto il territorio, e che ora vuole continuare a calpestare i diritti di chi ha rimesso in piedi una struttura abbandonata.

[11.34] Continuano ad arrivare messaggi di solidarietà a quello che è considerato uno degli spazi culturali più innovativi di questo paese. Molti i tweet che si inseguono per testimoniare l’importanza degli spazi sociali e dei beni comuni depredati dall’interesse economico.
“Meglio mille pisani in occupazione che uno sgombero sull’uscio. #excolorificio #Pisa”, scrive Wu Ming Foundation, che rilancia: “A #Pisa il fantasma dello sgomb(e)ro. La speculazione spolpa i quartieri e disossa la vita. Forza #Excolorificio”. E poi “#excolorificio viene sgomberato principalmente per cancellare dalla vista ogni possibile via di fuga dal mondo compra e getta.”, scrive l’utente René Thom.

[11.14] La Digos ha appena fatto il primo giro di ricognizione all’interno dello spazio occupato. I rappresentanti delle forze dell’ordine si sono detti sorpresi per la quantità di persone all’interno – oltre 200 – e per il numero di attività che tutti i giorni il centro gestisce: palestre, ciclofficina, laboratori artigiani, attività culturali. Sono centiania i cittadini di Pisa che quotidianamente praticano lo spazio di 14 mila metri quadrati, che era stato sottratto all’abandono e al degrado e che ora la proprietà rivuole indietro, per realizzare un progetto speculativo.

[10.54] Sul luogo stanno giungendo molti cittadini, che allargano sempre di più il presidio pacifico convocato davanti allo stabilimento. Sono presenti anche alcuni consiglieri comunali di Pisa. La Digos, che è dentro l’edificio, sta ancora parlando con gli occupanti. L’atmosfera tra polizia e manifestanti è distesa.

[10.43] La polizia ha sfondato il portone dell’ex Colorificio. Il capo della Digos ha chiesto agli occupanti di poter entrare senza fare resistenza. I ragazzi del collettivo continuano a mantenere un clima di confronto e dialgo con le forze dell’ordine.

[10.30] E’ incredibile l’assoluto silenzio del sindaco. “Lo sgombero si poteva evitare” – dicono gli occupanti -. “La Questura della città era disponibile ad una trattativa, ma il primo cittadino non si è fatto trovare. Ora la Digos deve dare esecuzione alla sentenza del tribunale di Pisa ed entrare nello stabilimento con la forza”.
I Vigili del Fuoco stanno tentando di sfondare la porta dell’edificio. Tra pochi minuti gli agenti saranno dentro.

[10.04] Visto che il sindaco Marco Filippeschi non ha intenzione di muoversi dal palazzo comunale, andranno da lui alcuni membri dell’ex Colorificio, accompagnati da cittadini pisani. L’obiettivo è quello di sollecitare un incontro col primo cittadino, che sembra sordo alla loro richiesta di confronto. Mentre molti altri si stanno dirigendo verso lo stabilimento occupato in segno di solidarietà con i dimostranti.

[10.01] La Questura di Pisa ha contattato il sindaco Filippeschi per chiedere la convocazione di un tavolo sul luogo. Ma il primo cittadino ha fatto sapere di non essere disponibile ad alcuna trattativa con il collettivo. «Nonostante la scorsa estate il consiglio comunale abbia votato una mozione per sostenere l’ex colorificio – dice una ragazza del collettivo -, Filippeschi ha dimostrato ancora una volta di non voler avere a che fare con una parte enorme di città. Abbiamo ancora più voglia di difendere la realtà del Rebeldia.

[9.15] Anche Giorgio Cremaschi ha chiamato la redazione di Radio Roarr (Rete occuopata autogestita Radio Rebeldìa) per esprimere la sua vicinanza alla battaglia del collettivo. «Questi sgomberi sono una vergogna sociale e costituzionale. Le case e gli edifici stanno perdendo la loro funzione sociale».

[8.30] È iniziato lo sgombero dell’ex Colorificio Liberato a Pisa. Gli occupanti stanno trattando con la Digos per ottenere una sospensione o almeno un rinvio dell’operazione di sequestro preventivo. Mentre poco distante dagli uomini in borghese ci sono 200 agenti della polizia pronti a entrare nello stabilimento. Il clima tra manifestanti e forze dell’ordine è disteso.

Sono molte le testimonianze di solidarietà che arrivano da tutta Italia per il progetto Municipio Beni Comuni. Tanta l’indignazione per il tentativo di sgomberare un’esperienza innovativa – come poche altre in Italia: ad esempio la Remaflow di Milano -, in cui i cittadini si riappropriano di spazi abbandonati, restituendoli alla collettività.

Una sentenza di qualche settimana fa, invece, ha stabilito che l’ex Colorificio Liberato va restituito alla proprietà, la J Colors S.p.a. Si tratta di una multinazionale che anni fa ha lasciato lo stabilimento di 14 mila metri quadrati, licenziando decine di lavoratori. La stessa azienda ora punta ad un progetto di speculazione edilizia.

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