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«Picchiato e umiliato da due carabinieri»

 

Un giovane, fermato di notte a Marmirolo per un controllo, accusa: «Denudato, preso a sberle e il giochino della patente…»

Due versioni contro e il processo è di quelli delicati, perché sul banco degli accusati vi sono due carabinieri in servizio in una stazione della nostra provincia.

Per il pm Isabella Chiesi hanno esagerato – la notte del 16 dicembre 2006 – durante un normale controllo, arrivando ad alzare le mani ed umiliando un giovane meccanico, ma i due militari negano e per il momento lo fanno tramite l’avvocato difensore Massimo Bizzarri, visto che non sono presenti in aula.

Ieri davanti al giudice Cristina Beretti sono sfilati il meccanico (al tempo 21enne) che si è costituito parte civile tramite l’avvocatessa modenese Alessandra Innaro e le persone (i suoi genitori e la fidanzata di allora) che ha chiamato a testimoniare.

Secondo quanto raccontato dal giovane, era da poco uscito dalla casa della fidanzata e si era fermato con l’auto – a Marmirolo – in un parcheggio per augurarle, come sempre, la buonanotte. Ed è al telefono con la ragazza quando vede arrivare la pattuglia dei carabinieri. «Inizialmente non mi fanno fretta – spiega – poi, all’improvviso, cambiano idea, mi strappano il cellulare di mano e mi fanno scendere. Un carabiniere comincia a perquisirmi e mi fa denudare in strada, ma contemporaneamente mi rifila anche delle sberle. L’altro militare passa al setaccio la macchina, trova un coltello di pochi centimetri senza punta, innocuo, e lo lancia nel vicino campo da calcio. Poi inizia il giochetto della patente – rimarca con un po’ d’imbarazzo – se la voglio devo prenderla al volo, se la faccio cadere arriva invece la sberla… Nel mentre giunge un carro attrezzi, i carabinieri mi ridanno la patente, parlano col conducente del mezzo, poi se ne vanno».

Un racconto-shock che non lascia indifferente il giudice Beretti, chiede al meccanico una descrizione dei due carabinieri: «Il più grosso, carnagione scura, era quello che mi picchiava. L’altro, più alto, mi ha fatto il giochino della patente». E’ a quel punto che il giovane parla anche di minacce: «Ricordo cosa mi dissero prima di andarsene. “Per questa volta sono stati schiaffi, la prossima saranno cazzotti, se ti becchiamo un’altra volta ti buttiamo in discarica”. Parole che non posso dimenticare».

Al rientro a casa il meccanico va a letto, ma quando la madre lo sveglia alle 4.30 perché deve andare a lavorare, le mostra la parte sinistra del viso che è gonfia: «Mi hanno picchiato i carabinieri!». I genitori l’accompagnano al pronto soccorso del Santa Maria: ha lesioni giudicate guaribili in due giorni. «Andiamo al posto di polizia – aggiunge il giovane – e l’agente cerca di dissuaderci dal fare denuncia, vuole farci parlare con un maresciallo dei carabinieri che conosce. A quel punto ci rivolgiamo ad un legale». L’ex fidanzata conferma d’essere stata con lui al telefono quella notte, i genitori descrivono il viso gonfio del figlio. Nella prossima udienza sarà sentito il comandante della stazione, ieri impossibilitato a testimoniare per gravi impedimenti di servizio. I due militari sono accusati di lesioni aggravate dall’abuso di autorità ed omisione di atti. A giugno il reato si prescriverà.

fonte: La Gazzetta di Reggio

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