Un’altra strage israeliana a Gaza, dove si consuma sotto gli occhi del mondo ormai da 11 mesi un genocidio impunito,. Almeno 40 civili morti e 60 feriti per un bombardamento israeliano su un accampamento all’interno della zona umanitaria Al-Mawasi a Khan Yunis, nella Striscia meridionale. Residenti e operatori sanitari in loco hanno affermato che almeno 4 missili hanno colpito la zona, incendiando diverse tende e provocando crateri profondi svariati metri (come mostrano le foto, tratte da Times of Gaza). Tel Aviv sostiene, come sempre, di avere colpito “un centro di comando” di Hamas, che però nega: “palesi menzogne, nessun nostro combattente era ad Al Mawasi.”.
Sulla strage da Khan Younis la corrispondenza per Radio Onda d’Urto di Sami Abu Omar Ascolta o scarica
Ripartono invece le lezioni in Cisgiordania, anche se arrivare a scuola non è scontato. Oggi, per esempio, diversi intossicati al check point di Hamra, valle del Giordano, per i lacrimogeni lanciati contro i palestinesi. La protesta riguarda il blocco alla circolazione imposta dagli israeliani, dopo l’attacco del ponte di Allenby di domenica. Riaperto, solo ai pedoni e non ai camion, il principale collegamento con la Giordania, dove si sta votando per il rinnovo del Parlamento locale. L’Egitto invece ha accettato di consentire al presidente Anp, Abu Mazen, di entrare a Gaza attraverso il valico di Rafah a condizione che Israele approvi la visita: a decidere sarà quindi il governo israeliano, lo stesso che non ha ancora commentato l’omicidio a sangue freddo dell’attivista Usa dell’Ism, Aysenour Ezgi Eygi, avvenuto venerdì durante le proteste popolari palestinesi a Beita, vicino Nablus.
Infine il Libano. Le forze aeree israeliane hanno inoltre condotto una serie di raid contro strutture militari di Hezbollah nelle aree di Aita al-Sha’ab, al-Khyam e al-Nakura, nel sud del Libano. L’esercito ha inoltre lanciato colpi di mortaio nella zona di Nakura, a poche ore dal violento attacco di Tel Aviv contro la Siria che ha innalzato a dismisura la tensione anche in Libano. Una tensione esterna, per l’attacco continuo israeliano, ma pure interna: rinviato oggi il Consiglio dei ministri di Beirut dopo che centinaia di militari libanesi in pensione si sono dati appuntamento all’esterno dei palazzi del potere, bloccando le auto blu dei ministri. Nel mirino il tentativo governativo di tagliare stipendi e pensioni dei dipendenti pubblici, a partire proprio dai militari.
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