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Palermo: La polizia carica duramente i manifestanti antifascisti

Dopo le richieste di Giorgia Meloni alla ministra Lamorgese di reprimere i contestatori sono arrivate puntuali le cariche della Polizia a Palermo nei confronti di un gruppo di giovani che volevano esprimere il loro dissenso contro il disegno politico reazionario della destra postfascista, volto a smantellare le conquiste delle donne (abolizione dell’aborto, in primis) ed arginare i diritti di libertà delle persone, nonché sopprimere l’unica vera misura di sostegno contro la povertà e l’emarginazione – come il reddito di cittadinanza – che ha salvato dalla disperazione le sempre più ampie fasce deboli della società, ora minacciate dal caro-vita ancor più cresciuto a seguito della guerra in Europa.

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Le cariche della polizia contro i manifestanti che contestavano Giorgia Meloni nel cuore di Palermo, dove era in corso il comizio della leader di Fratelli d’Italia, si spostano sul piano politico nazionale ed esponenti della sinistra palermitana,  si interrogano su quanto accaduto ieri a pochi metri dal teatro Politeama, in piano centro: “Non è la prima volta che si verificano delle contestazioni a Palermo ma non ricordo epiloghi violenti – afferma Giusto  Catania ex assessore comunale -. Nella storia, anche recente, di questo Paese, ogni volta che si esasperano i toni si finisce con l’utilizzo del manganello: strumento che è servito spesso per accreditarsi con i futuri governi“.

Sulla stessa lunghezza d’onda Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro studi Pio La Torre: “Se il manganello finisse al servizio di una forza politica sarebbe sbagliato – osserva -. Saremmo di fronte a una violazione dei diritti umani e sarebbe un salto indietro a tempi che devono restare relegati alla storia. Bisogna garantire il diritto a manifestare – conclude – ma questo deve avvenire nel rispetto della legge così come l’uso della forza da parte dello Stato, che deve essere subordinato alle norme e al rispetto dei diritti“.

In piazza ieri anche diverse ragazze in difesa del diritto all’aborto e così anche Daniela Dioguardi, volto storico della sinistra palermitana e anima del movimento femminista degli anni Settanta nel capoluogo siciliano, mette in guardia: “In Italia c’è un problema di repressione verso qualsiasi forma di contrasto ma non possiamo accorgercene soltanto ora perché in campo c’è Giorgia Meloni – sottolinea -. Anche le lotte no tav di Torino hanno subito lo stesso trattamento e non mi sembra che da sinistra si siano alzate voci in difesa di chi manifestava“. Dioguardi evidenzia che “siamo in un periodo molto particolare” e che “può esistere il pericolo di un uso improprio del manganello”, tuttavia invita i giovani “a stare vigili e a non cadere nelle trappole che vengono tese da chi intende provocare“.

E infine l’appello: “Chi lotta per un mondo diverso non usi gli stessi metodi del potere capitalista e patriarcale. Penso che Giorgia Meloni vincerà ma dobbiamo stare attenti affinché non nascano violenze e scontri. La via da seguire per spiegare le proprie idee è sempre quella del dialogo. Ok alle contestazioni ma – ribadisce – si stia sempre attenti a non cadere nelle trappole“.

In una lunga lettera un gruppo di manifestanti, che si firma come “Le contestatrici e i contestatori di Giorgia“, ha fornito la propria versione dei fatti  raccontando del perchè si trovasse lì: “Ci siamo ritrovati in piazza, soltanto a seguito di catene spontanee di messaggi, con cartelli vari in difesa del welfare, del diritto al reddito, di quello all’aborto e contro ogni discriminazione di genere“. Poi aggiungono: “A Giorgia Meloni e tutti i possibili candidati mandiamo un saluto ricordando che, come i passati governi hanno fatto e continuano a fare, se verranno messe in campo politiche rivolte contro chi soffre, i disoccupati, i percettori di reddito, i poveri, le donne, gli studenti, gli ultimi, verrano  sempre contestati nelle nostre piazze e nella nostra Palermo. Ieri è stato solo un avvertimento, un esempio di come chi vive i nostri territori è pronto a difenderli e contestare chiunque continui a condurre politiche scellerate verso gli ultimi. I territori sono di chi li vive, chi li abita, chi da sempre è costretto a sopportare e contrastare le politiche che dall’alto verso il basso costringono le nostre città e i suoi abitanti nella precarietà e incertezza. La piazza di ieri ha dimostrato come l’unica opposizione possibile si faccia nelle piazze, un opposizione sociale dei nostri territori. Alle forze dell’ordine rivolgiamo invece un semplice e banale pensiero: se era la paura che volevate creare, beh, dovrete ritentare“.

Altri attestati di solidarietà  con i giovani e testimonianze di quello che è accaduto sono arrivati da:

Centro Sociale Anomalia:  Un comizio, quello della Meloni. La volontà di esprimere il nostro dissenso e il tentativo di contrastare pratiche securitarie violentemente repressive. Ci è stato negato il diritto di attraversare il suolo pubblico, di attraversare liberamente la città. E da lì la follia repressiva, da lì le manganellate: stavamo tornando a casa ma ci hanno accerchiati, impedendoci di varcare i limiti della strada, e caricati SENZA ALCUN MOTIVO, e SENZA altrettanto ALCUN MOTIVO uno dei ragazzi che casualmente si trovava in prima fila è stato portato in questura. Ora siamo qui, presso la Questura di villa Bonanno, per dare tutto il nostro sostegno al compagno fermato. SENZA DI LUI NON CE NE ANDIAMO! (il ragazzo è stato poi rilasciato,ndr)

Slai cobas per il sindacato di classe Palermo/Sicilia Solidarietà ai manifestanti che hanno contestato la fascista Meloni. Esprimiamo la massima solidarietà a tutti coloro che hanno contestato il comizio che la fascista Meloni stava facendo al Politeama a Palermo e che sono stati prima bloccati e poi caricati a freddo dalla polizia. La repressione poliziesca si abbatte ancora una volta su chi esprime tutto il proprio giusto e più che legittimo ribrezzo nei confronti della politica borghese rappresentata in questo caso dalla nera esponente di FdI, razzista contro i migranti, contro proletari e masse popolari attaccando per esempio il reddito di cittadinanza mentre è a favore dei miliardi da regalare ai padroni a fondo perduto, che attacca i diritti delle donne conquistati con la lotta a cominciare dal diritto all’aborto, un partito quello della Meloni che è una vera associazione a delinquere ramificata nel paese, sostenitrice della guerra imperialista, dell’invio armi in Ucraina al servizio degli interessi dei padroni e dell’imperialismo, principalmente Usa. Anche questi fatti dimostrano che lavoratori, operai, proletari, donne, giovani, migranti devono attrezzarsi e organizzarsi per rispondere con la necessaria lotta contro repressione e contro ogni attacco antioperaio, antiproletario, razzista, sessista dentro la tendenza della borghesia al moderno fascismo che avanza.

Arci Porco Rosso Durante la manifestazione in risposta al comizio di Fratelli d’Italia in Piazza Politeama, le forze dell’ordine hanno deciso di allontanare ogni voce di dissenso e, con forza, hanno accerchiato e caricato le persone lì presenti, tra cui anche noi. La violenza è continuata con manganelli anche quando i e le manifestanti hanno dichiaratamente espresso l’intenzione di andare a casa, in direzione opposta al comizio. Tutto ciò è un inquietante segnale della repressione della libertà di espressione e un agghiacciante esempio della violenza della polizia durante il comizio di un partito che pretende di essere il primo d’Italia. Esprimiamo piena solidarietà con tutte le persone che hanno subito violenze da parte della polizia e con la persona che è stata fermata. Fuori Meloni da Palermo, meglio porcə che fascistə, sempre!

Potere al Popolo – Palermo Forti cariche sui manifestanti – A Palermo era atteso il comizio di Giorgia Meloni, in piazza Politeama. Un buon gruppo di manifestanti – studenti, transfemministe e lavoratori – ha provato a portare il suo dissenso in piazza, con cartelli che recitavano “Aborto garantito” e “Si al reddito”. I manifestanti sono stati dapprima bloccati, vietando loro di partecipare alla manifestazione pubblica. Successivamente sono stati circondati da un elevatissimo numero di forze dell’ordine, su Via Ruggero Settimo, altezza piazza principe di Belmonte. Dopo varie provocazioni, il gruppo di manifestanti è stato rinchiuso su tutte le vie di fuga per poi essere caricate e picchiate a freddo dalle forze dell’ordine. Tra questi, è importante sottolineare che anche una giornalista è stata vittima della carica da parte della polizia. Quello che è successo è gravissimo. Se queste sono le premesse a 5 giorni dal voto, non possiamo stare a guardare.

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