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Paesi Baschi: la lotta continua, ma per i prigionieri non si intravedono soluzioni adeguate

Anche se i media ne parlano sempre meno, nei Paesi baschi le contraddizioni permangono aspre e producono conflitto. Oppure – come si usava dire in tali frangenti – la lotta continua.

Continua nelle strade, come sabato scorso nel quartiere di La Rochapea a Irunea (Pamplona) dove molti giovani di area abertzale hanno risposto all’appello di Gazte Koordinadora Sozialista.

Oltre ai prevedibili scontri con la polizia, sia con quella municipale – “autonoma” – che con quella nazionale (entrambe avrebbero fatto uso di proiettili di plastica), si sono registrati incendi di cassonetti e la distruzione di qualche bancomat. Al momento non ci sono notizie di arresti tra i manifestanti.

Ma contemporaneamente dalle carceri – sia spagnole che francesi – arrivano notizie drammatiche in quanto va aumentando il numero dei detenuti contagiati dal Covid19.

Tra loro anche un malato di sclerosi multipla, Ibon Fernandez Iradi. Incarcerato a Lannemezan (in Francia, dipartimento degli Alti Pirenei) rimane in cella nonostante abbia manifestato diversi sintomi della malattia. Per il momento le autorità non sembrano intenzionate a scarcerarlo come invece hanno chiesto alcune organizzazioni basche, in particolare EH Bai e EH Bildu.

Preoccupazione veniva espressa (in data 11-11-2020) anche da Etxerat in quanto “Ibon è uno dei 18 prigionieri baschi con patologie gravi e incurabili che da tempo avrebbero dovuto essere messi in libertà; così come richiediamo ancora una volta, soprattutto in questo nuovo scenario della pandemia”.

Il Tribunale della Cassazione aveva dato il suo consenso alla sospensione della pena (per ragioni di salute), ma Ibon rimane in carcere, in qualche modo “sequestrato” dal pubblico ministero della Corte di Appello.

Una palese – secondo Etxerat – violazione dei diritti del detenuto.

Come si ricordava in un comunicato, la commissione dei Diritti Umani delle JJGG (Juntas Generales de Gipuzkoa), con il sostegno di vari partiti politici (EH Bildu, PNV, PSE e Podemos) aveva stabilito che una persona con infermità di tale portata non poteva rimanere incarcerata.

Per questo sia EH Bai che EH Bildu (ricordando quali rischi corrono le persone con gravi patologie qualora siano stati contagiati dal Covid19) rivolgono un accorato appello al governo francese affinché Ibon possa rientrare nella sua casa dove avrebbe modo di essere seguito e curato in maniera adeguata. Certamente più adeguata di quanto possa avvenire nella cella di una prigione.

Su iniziativa di Etxerat sono previste varie manifestazioni per la sua immediata scarcerazione (e anche per quella degli altri prigionieri gravemente ammalati, ovviamente). Per ora la prima si è svolta a Lasarte-Oria.

Gianni Sartori

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