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Operazioni mediatiche e lo spettro del “terrorismo”

Nelle scorse settimane, una operazione “antiterrorismo” ha portato all’arresto di dieci persone, oltre a 40 perquisizioni con 24 indagati. Si è parlato di anarco ed eco terrorismo, di arresti contro mandanti ed esecutori del ferimento del Manager Ansaldo Adinolfi, appunto si è parlato perché non esistono prove a carico degli arrestati ed i rapporti di amicizia e di solidarietà, la comune militanza in gruppi e collettivi viene trasformata semplicemente in partecipazione a banda armata.
Copioni di politca emergenziale già visti, che hanno portato all’arresto di tanti militanti negli ultimi 30 anni, ad arresti e perquisizioni, alla messa all’indice di tanti e tante che hanno pagato con il carcere, con lal’isolamento sociale e con la perdita del lavoro le proprie scelte politiche e sociali di opposizione alla distruzione dei territori, hanno pagato per l’ opposizione ai padroni nei luoghi di lavoro.
Basti ricordare l’operazione condotta dopo il G8 di Genova contro il Sud Ribelle e da poco conclusa con l’assoluzione di tutti gli imputati, nonostante questi compagni e compagne siano stati incarcerati, perseguiti per anni senza prove, “rei” solo di avere costruito un’area sociale e politica attiva in difesa del diritto all’abitare, di opposizione alle speculazioni immobiliari e a quell’intreccio tra interessi malavitosi e politica che nel sud attraversa istituzioni e aziende.
L’operazione di Giugno è stata effettuata dal famigerato ROS, Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri a capo del quale si trova quel Generale Giampaolo Ganzer, già condannato a una pena di 14 anni per spaccio internazionale di stupefacenti e prescritto, per scadenza termini, per altri gravi reati.
La condanna di Ganzer è avvenuta per fatti sui quali lo Stato non intede fare luce, a dimostrare che sulle operazioni illegali condotte da questi presunti servitori dello Stato per conto dello stesso non si debba aprire alcuna discussione (ricordiamo le torture inflitte ai detenuti politici negli anni settanta e ottanta, denunciate in quegli anni costarono il carcere ai giornalisti), e gli agenti condannati per i fatti della Diaz, o per omicidio come avvenuto in alcuni processi, sono sempre al loro posto, a reprimere e a controllare le vite di tutti/e.
La pm dott.ssa Comodi e il generale Ganzer si resero protagonisti, nel 2007, dell’operazione Brushwood, poi rivelatasi una colossale montatura.

E’ innegabile che le manovre repressive siano costruite ad arte ogni qual volta la criminalizzazione delle lotte sociali e lo smantellamento di aree politiche si rendono utili per deviare l’attenzione generale dalla miseria crescente e dalle politiche di tagli a danno del popolo.
Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le persone colpite dall’ondata repressiva del 13 giugno come esprimiamo solidarietà ai quasi 90 attivisti fiorentini sotto processo per avere difeso il diritto allo studio, essersi opposti alla riforma Gelmini, al fascismo e all’apertura di Casapound; al razzismo e all’apertura dei CIE.
La sentenza della Cassazione del 13 luglio sui fatti di Genova mostra ancora una volta il vero volto della democrazia borghese: colpendo con condanne pesantissime la resistenza alla repressione di Stato attuata nel luglio 2001.Denunciamo l’applicazione della peggiore legislazione emergenziale contro l’opposizione sociale e politica, con condanne classificate come ostative a qualunque misura alternativa; si condanna fino a 14 anni di carcere per episodi di danneggiamento di oggetti nel corso degli incidenti a seguito delle cariche di Polizia e Carabinieri, mentre la stessa “giustizia” censura con condanne simboliche (e nessuna pena effettiva) reati riconosciuti gravissimi, per le violenze sulle persone, compiuti da agenti al servizio dello Stato, Per questo e molto altro diciamo LIBERE/I TUTTE/I

Gruppo di discussione su crisi, repressione e territorio (Pisa).

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