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Operazione Vetriolo. Due arresti (uno ai domiciliari), 4 con l’obbligo di dimora e altri due denunciati.

Per il PM Manuela Comodi dovevano essere 8 arresti, questa la richiesta che accompagna un faldone di centinaia di pagine in cui vengono dissezionati, parola per parola, i 6 numeri di Vetriolo, usciti a partire dal 2017.

Reati specifici? Nessuno! al punto che il GIP scrive: “sebbene il fenomeno dell’insurrezionalismo in cui si muovono esprima un’indubbia pericolosità, deve tenersi in debito conto che agli indagati non è attribuita alcuna manifestazione di violenza terroristica o di violenza tout court.” Rigettando così la richiesta del PM Manuela Comodi che chiedeva gli 8 arresti, per la non proporzionalità della richiesta rispetto ai fatti contestati.

Così niente associazione sovversiva, niente 270 bis. Ma solo la concessione di qualcosa, di fronte alla richiesta monstre del PM, cioè l’arresto in carcere per chi era in carcere, ai domiciliari per chi aveva precedenti.

Si evincono dalle carte dell’inchiesta tre motivazioni principali dell’ennesima operazione anti anarchica in Umbria. Il primo la presenza dell’anarchico Cospito nel carcere di Sabbione di Terni, individuato come mente di progetti eversivi di cui i compagni del Circolaccio Anarchico di Spoleto sarebbero stati il braccio esecutivo, o per lo meno secondo il GIP gli istigatori a ripetere le gesta del prigioniero Cospito. Il secondo, sarebbe il tentativo, secondo i magistrati, di inserimento nel Movimento No Green Pass per portarlo su posizioni eversive, il terzo, la presenza nel territorio spoletino di questo circolo anarchico, capace di aggregare attorno a se e alle proprie idee molti giovani.

Ciò che rimane in piedi, per la stessa magistratura di tutta la teoria del PM è l’istigazione a delinquere a mezzo stampa col giornale “clandestino” ” Vetriolo“, formulazione assai ridicola ma molto politica per un giornale che si trovava ovunque: bancarelle, fiere dei libri, nei banchetti delle manifestazioni; insomma chiamare clandestino un giornale che non ha le autorizzazioni di rito è come dire clandestino a un automobilista che non ha pagato il bollo. Di tutti gli altri capi di imputazione sognati dal PM, una quindicina, nessun riscontro neanche per il GIP.

Istigazione a delinquere o reato d’opinione? Le leggi le fanno i governi che a loro volta sono costruiti dai poteri reali, economici, mediatici e militari. Anche la loro applicazione dipende dal potere reale che è conseguenza dei reali rapporti di forza tra le classi, basterebbe confrontare gli scritti di Vetriolo con i testi delle canzoni del compagno Pietrangeli morto pochi giorni fa per capirlo: : “Mio caro padrone domani ti sparo…..  Prendete la falce, portate il martello, scendete giù in piazza, picchiate con quello, affossate il sistema…… Ma quel che conta è che a uno di loro un sampietrino la testa sfasciò!” Siamo lì, l’invito alla rivolta, ad agire, a colpire il sistema. Questo sarebbe il reato che ha portato all’azione repressiva dell’11 ottobre.

Istigazione a delinquere, ovvero un reato che si applica esclusivamente a chi vuole combattere il sistema, rivoltarlo, fare la rivoluzione.

Quando a istigare sono invece i padrini e i padroni del sistema politico, per i loro affari e i loro guadagni, il braccio giudiziario non ha titolo di intervenire e quando potrebbe non sempre lo fa.

Bastano alcuni esempi per rendere l’idea.

Se evadi le tasse e sei ricchissimo, i governi dello Stato patteggiano con te e ti fanno pagare il 15% di quello che devi, oppure porti miliardi all’estero e lo Stato ti grazia se li riporti indietro alla faccia di operai e impiegati con la ritenuta alla fonte.

Al padrone che disattiva i dispositivi di sicurezza, fa lavorare in nero e stampa buste paga fasulle, oggi il governo dello Stato lo avverte per legge prima del controllo, anche quando dai precedenti controlli risultano irregolari l’87% delle aziende e ci sono più di 1000 morti sul lavoro.

Per rilanciare gli affari i governi dello Stato decretano la “semplificazione” delle procedure d’appalto che aprono la strada al subappalto, a paghe da fame e aprono la porta all’accumulazione illegale delle mafie.

Alla Banca o grande impresa capitalista che fallisce nelle sue operazioni finanziarie aziendali, lo Stato dà miliardi per coprire le perdite come per Alitalia e Monte dei Paschi.

Se sei sistema insomma puoi istigare come vuoi perché è tua la legge e ti protegge, se lotti contro questo sistema di sfruttamento e di accumulazione invece la legge, vedi i decreti sicurezza, ti multa, ti punisce, ti schiaccia.

L’operazione Vetriolo sta dentro questi parametri di legge e dentro questo conflitto sociale.

Aurelio Fabiani Casa Rossa Spoleto

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