L’omicidio di Giulio Regeni è ‘una grave ferita’ per l’Italia e per ‘le nostre coscienze’.
Il governo si impegna a cercare la verità ovunque e ‘anche a Cambridge’, l’università che ha commissionato il lavoro del ricercatore italiano trovato morto al Cairo nove mesi fa. Ma ‘è impossibile’ per l’Italia non avere rapporti diplomatici con l’Egitto, che è per noi ‘partner ineludibile’. Così Alfano ha confermato in Parlamento la decisione di ripristinare le relazioni diplomatiche. L’ambasciatore Cantini assumerà l’incarico al Cairo il 14 settembre, giorno in cui anche il nuovo ambasciatore egiziano si insedierà a Roma.
Dura la reazione di S.I., con l’onorevole Marcon a definire l’intervento di Alfano “parole vacue, senza un impegno serio per la ricerca della verità”.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto il commento di Giulio Marcon. Ascolta o Scarica.
“Le parole pronunciate oggi dal ministro degli Esteri Alfano non contengono alcuna novità significativa, relativamente al caso di Giulio Regeni, tale da giustificare il ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD), in merito all’audizione in Parlamento sul caso del ricercatore ucciso in Egitto e il ripristino dei rapporti politici tra questo paese e l’Italia.
“Alfano – prosegue Gonnella – ha sottolineato ancora una volta quanto detto alla vigilia di ferragosto, quando il governo aveva annunciato il nuovo invio dell’ambasciatore, sul fatto che la presenza dell’ambasciatore garantirà una azione più incisiva di pressione sulle autorità giudiziarie egiziane affinché collaborino con quelle italiane. Se così fosse – sottolinea il presidente di Antigone e CILD – lo stesso governo dovrebbe fare un mea culpa per averlo ritirato quasi un anno e mezzo fa”.
“La verità è che il rapporto con l’Egitto andava ripristinato per questioni di rapporti economici e commerciali, che lo stesso ministro degli Esteri ha ribadito, durante l’audizione, non essersi mai fermati condotti dai funzionari dell’ambasciata. Inoltre perché l’Egitto è importante anche per quanto riguarda il contenimento dei flussi migratori e gli accordi con la Libia in tal senso. Dinanzi a questi due elementi il rispetto dei diritti umani e la richiesta di verità per Giulio Regeni possono anche aspettare”.
“Da parte nostra – conclude Patrizio Gonnella – continueremo ad essere al fianco della famiglia di Giulio ed esercitare tutte le pressioni possibili sulle autorità italiane monitorando con attenzione l’evoluzione delle indagini, parte integrante del mandato dell’ambasciatore”.