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NoTav: Solidarietà oltre alle sbarre

Inizia da stamattina un presidio permanente promosso dalle “fomne contra l’Tav” in val di Susa.

no tav solidarietà

Iniziativa di solidarietà alle donne in carcere che si trovano in sciopero della fame che con coraggio portano avanti una battaglia per la dignità e denunciare le condizioni di disumane di detenzione.

Da oggi tutti i giorni in Piazza del Moro a Bussoleno dalle ore 10 alle ore 12, e al pomeriggio dalle ore 16 alle ore 19, saranno presenti i No tav che si uniscono così alle istanze di Dana e Fabiola, militanti Valsusine in carcere alle vallette, che insieme ad altre 3 detenute hanno iniziato questa lotta nei giorni scorsi.

Dal presidio di Bussoleno, Nicoletta Dosio, No Tav Val di Susa. Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

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Questo è un appello accorato che chiediamo di far girare il più possibile.
Non possiamo rimanere in silenzio!
Dana, Fabiola, Stefania e Manuela, detenute nel carcere di Torino, hanno iniziato uno sciopero della fame ad oltranza contro le disumane condizioni vissute nel penitenziario.
Tutto è nato due giorni fa, quando a decine di parenti, in modo arbitrario, sono state negate le visite in quanto, in zona arancione, non sarebbe possibile incontrare gente proveniente da fuori comune. I e le parenti non sono stati solo respinti ma colpevolizzati per aver cambiato comune e minacciati di sanzione.
Questo accade dopo due mesi durante i quali i colloqui in presenza erano stati annullati,  sostituiti da 5 videochiamate di mezz’ora, quindi senza garantire le 6h di colloquio previste da normativa. Poi finalmente il ministero sblocca la possibilità di visitare detenut*, i/le parenti si accalcano ai cancelli del carcere per prenotare ma gli uffici sono aperti ad intermittenza e senza indicazioni di orario: per prenotare devi “tentare la sorte” recandoti continuamente al carcere e sperando sia aperto.
Noi in questa bolgia siamo riusciti a prenotare solo 2 colloqui su gennaio ma anche ai genitori di Dana, residenti fuori Torino, brutalmente viene impedito il colloquio.
Questo regolamento è sconosciuto! Non è pubblicato da nessuna parte, nessuno lo comunica e lo si scopre a piccole dosi di giorno in giorno.
Uno stillicidio senza controllo che sta massacrando i diritti dei detenuti e dei loro cari.
Dana, Fabiola, Stefania e Manuela hanno perciò cominciato la loro protesta pacifica e determinata, chiedendo alla direzione del carcere 5 cose molto chiare e  basilari:
1. Ripristino delle videochiamate per i detenuti che non possono fare i colloqui in presenza;
2. per chi può svolgere i colloqui in presenza, dato che sono ridotti, poter completare le 6h mensili previste dalla legge, con videochiamate;
3. ripristinare il servizio di prenotazione visite via mail;
4. togliere la chiamata all’avvocato dalle 6h di colloqui parentali previste dalla legge;
5. Essere inseriti nel piano vaccinazioni dal quale i detenuti, al momento, sono completamente esclusi, inoltre uno screening della salute delle persone detenute.
In queste ore stiamo contattando la garante delle detenute, le associazioni che si occupano dei diritti umani e chiunque sia sensibile al tema.
Fai girare questo appello, non possiamo lasciarle sole!

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