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NoTav: Quando il giornalismo inciampa tra scritte e tag

Tag di graffitari e writers scambiati per scritte No Tav. E successo a Bologna, nella stazione Santa Viola, dove questa notte sono stati dati alle fiamme i cavi di quattro pozzetti ferroviari. Un’azione che ha mandato in tilt la circolazione ferroviaria del nord Italia e che per il momento non è stata rivendicata. L’errore di valutazione ha scatenato polemiche e ironie in rete.

Le scritte No Tav sono tre – raccontava un lancio Ansa delle 9 e 17 minuti, poi ripresa da moltissimi quotidiani e testate online – una a pochi metri dal luogo e due sui muri di recinzione ai lati della massicciata. A quanto è possibile vedere, nella scritta più vicina al rogo (a circa tre metri dal punto dell’attentato) c’è scritto TAV con un punto sotto la ‘V’ e sotto a una specie di saetta”.

tag repubblica

In realtà è solo una la scritta No Tav rinvenuta alla stazione Santa Viola, nelle vicinanze dei quattro roghi. “C’è chiaramente scritto No Tav, e profuma anche di vernice”, spiega la dottoressa Anna Rita Santantonio della Questura di Bologna. La polizia scientifica in tarda mattinata ha effettuato un prelievo e sta analizzando la vernice per capire quando è stata tracciata la scritta. Sicura la matrice dolosa dell’atto. “Non è stato un tentativo di furto, in quel caso le modalità sarebbero state completamente differenti”, precisa Santantonio.

Allo stato io non traggo conclusioni. Le trarrò sulla base dei risultati che le indagini mi daranno man mano. Poi ognuno può fare le dichiarazioni che vuole…”. Così il procuratore di Bologna Roberto Alfonso ha risposto ai giornalisti che gli hanno domandato cosa ne pensasse delle frasi del ministro Maurizio Lupi per cui l’incendio doloso alle linee ferroviarie a Bologna è di matrice terroristica. “Noi guardiamo ai dati certi – ha spiegato Alfonso – e per il momento portano ai reati che abbiamo ipotizzato”.

 

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