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NoTav: Arrestato Emilio in attesa dell’estradizione in Francia

Squadre speciali sono piombate nell’abitazione in Val Susa di Emilio Scalzo, che torna in carcere in attesa dell’estradizione verso la Francia. È accusato di solidarietà con i migranti. Nel pomeriggio di  mercoledì 1 dicembre la polizia  ha prelevato Emilio Scalzo da casa sua, a Bussoleno, dove si trovava ai domiciliari e dove in  mattinata aveva ricevuto la visita del fumettista Michele Rech, Zerocalcare. La decisione di ottenere un aggravamento della misura degli arresti domiciliari è venuta dalla Procura generale del Piemonte, motivata dal «concreto pericolo» che i No Tav potessero impedire l’estradizione dell’attivista. Una mossa che ha lasciato spiazzato il suo legale, l’avvocato Danilo Ghia: «Sono esterrefatto. Il mio assistito è stato arrestato ma non a causa del suo comportamento».

emilio e zerocalcare

Sono arrivati scavalcando il cancello, come degli intrusi, bloccando la statale con le camionette e circondandone la casa con decine di digos. Tra le grida di rabbia di chi da giorni presidia casa di Emilio per rendere più difficile il suo arresto, tra le urla che invocano libertà, Emilio è stato tradotto in carcere a Torino in attesa di essere portato in Francia. La sentenza della Cassazione che ha accettato l’estradizione era arrivata qualche giorno fa e da quel momento in poi, alla moda no tav, decine e decine di attivisti e attiviste si sono ritrovati in un presidio permanente per attendere insieme questo momento infausto. Il vento della Val Susa non ha lasciato tregua durante queste notti in cui ci siamo stretti attorno a una roccia quale è Emilio, perché il movimento No Tav non lascia mai solo nessuno.

Il motivo per il quale Emilio è stato rincorso da varie misure restrittive in attesa dell’estradizione risale alla primavera del 2021 durante una manifestazione in solidarietà ai migranti al Monginevro. Il tribunale di Gap ha emanato un mandato di arresto europeo e il 15 settembre Emilio era stato arrestato e portato in carcere a Torino. La custodia in carcere era stata poi trasformata in arresti domiciliari, durati fino ad oggi. Molti sono stati gli intellettuali, gli artisti, i deputati, che hanno espresso solidarietà ad Emilio in quanto questa sentenza è considerata illegittima e rappresenta un vergognoso precedente e, ancor di più, sono stati i momenti di solidarietà organizzati dal movimento, dai compagni e dalle compagne di lotta di una vita.

Questa storia ha ancora una volta molto da insegnare. Insegna la solidarietà, la capacità di uomini e donne di schierarsi contro le ingiustizie mettendo in gioco le proprie vite per un obiettivo più grande, collettivo, per un’esistenza più degna. Insegna che l’orgoglio di essere parte del movimento No Tav, che più passano gli anni e più è simbolo di molto di più di una battaglia contro un treno, non verrà mai schiacciato dagli innumerevoli tentativi dello Stato, della questura, della procura di questa città di mettere i bastoni fra le ruote a chi lotta da trent’anni. Questa volta lo sguardo fiero si estende fin oltre i confini nazionali e ci vedrà ben presto al fianco di Emilio anche in Francia. A partire da questa sera, alle ore 18, quando ci ritroveremo sotto il carcere delle Vallette per un presidio che chieda la sua immediata liberazione!

A sarà dura sì, ma per loro!

da notav.info

Alle 18 di mercodedi 1 dicembre  si è svolto a Torino un presidio di solidarietà nei confronti di Scalzo, al capolinea del tram 3 nei pressi della casa circondariale. Il movimento No Tav ha detto che non smetterà di essere al fianco di Emilio e lo farà anche in Francia

ai microfoni di Radio Onda d’Urto Silvia attivista notav. Ascolta o Scarica.

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