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NoG20 Hamburg: Amnesty International alla Germania “Rilasciate subito Fabio Vettorel”

«Rilasciatelo subito», Amnesty International si interessa del caso del 18enne Fabio Vettorel, uno dei due ragazzi italiani ancora rimasti ristretti nella prigione tedesca da oltre tre mesi prima ancora di essere processati.

Il 7 luglio scorso la polizia tedesca ha arrestato 16 cittadini italiani che stavano prendendo parte alle proteste contro il G20 di Amburgo. Sei di loro sono stati posti in detenzione preventiva insieme a persone di altre nazionalità. Due sono ancora detenuti in attesa del processo.

Uno è Fabio Vettorel, accusato di disturbo alla quiete pubblica, tentativo di causare danni mediante mezzi pericolosi e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo il suo avvocato finora le autorità tedesche non sono riuscite a produrre alcuna prova specifica sul coinvolgimento di Vettorel nelle azioni criminali di cui è accusato: la sua presunta condotta violenta sarebbe solo desunta dall’aver partecipato a proteste nel corso delle quali alcuni manifestanti avevano avuto un comportamento violento. Del caso se ne occu- anche alcuni quotidiani tedeschi e misero in dubbio le accuse mosse dai magistrati. Il dubbio che resta, nei media tedeschi, è che Fabio si sia trovato nel momento sbagliato al posto sbagliato.

Amnesty International ritiene che l’uso della detenzione preventiva in situazioni del genere «debba essere limitato ai casi in cui sia strettamente necessario e debba essere preso in considerazione solo come misura estrema».

Amnesty ricorda la Raccomandazione ( anno 2006) del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa sul fatto che se una persona sospettata di aver commesso un reato non sia cittadino o non abbia la residenza dello stato in cui è avvenuto il presunto reato, non è un motivo sufficiente per stabilire che vi sia quel rischio di fuga che giustificherebbe la detenzione preventiva.

«Inoltre – denuncia sempre Amnesty -, non pare che nel caso di Vettorel le autorità giudiziarie abbiano preso in considerazione misure alternative, quali ad esempio l’obbligo di resiparono denza in Germania in attesa del processo, o forme di controllo in Italia con la cooperazione delle autorità di quest’ultimo paese, come prevede la Decisione quadro del Consiglio, del 23 ottobre 2009, sull’applicazione tra gli Stati membri dell’Unione europea del principio del reciproco riconoscimento alle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare».

Amnesty International chiede dunque alle autorità della Germania di rilasciare Vettorel in attesa del processo a meno che non siano in grado di dimostrare che la sua detenzione preventiva è strettamente necessaria per evitare i rischi di fuga, di azioni dolose nei confronti di terzi o d’interferenza nelle prove o nelle indagini e che non vi siano altre misure per scongiurare tali rischi.

Amnesty conclude con una raccomandazione generale spiegando che le autorità tedesche dovrebbero ricorrere alla detenzione preventiva «solo quando strettamente necessario e considerandola come misura estrema e considerare diligentemente l’imposizione di misure alternative nei confronti degli altri cittadini stranieri posti in detenzione preventiva a seguito della partecipazione alle proteste contro il G20».

Damiano Aliprandi da il dubbio

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