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Nicoletta Dosio “arrestata” dalla Digos al tribunale di Torino

Nicoletta Dosio presente al presidio No Tav davanti il tribunale di Torino ma viene prima fermata dalla polizia e tratta in “arresto” ma non è stata trasferita in carcere, ma le sono stati dati nuovamente gli arresti domiciliari presso la sua abitazione a Bussoleno.

(seguiranno aggiornamenti)

Nicoletta Dosio, storica attivista del movimento NoTav della Val di Susa, è stata arrestata questa mattina dai carabinieri di fronte al tribunale di Torino mentre partecipava ad un presidio in occasione del maxi-processo per gli scontri in Valle di Susa dell’estate 2011 che vede imputati 47 compagn* per i quali sono stati richiesti ben 140 anni di carcere complessivi. In opposizione all’arbitrio degli arresti domiciliari “cautelari”, Nicoletta aveva scelto di non restare a casa.

Da oltre un mese la Dosio si trovava infatti alla Credenza di Bussoleno, difesa da un muro popolare di attivisti e solidali con la lotta contro l’Alta Velocità. I militari l’hanno fermata quando ha tentato di entrare in tribunale per assistere all’udienza. “Continuo la mia evasione contro provvedimenti preventivi che sono più che mai strumento di intimidazione”, aveva detto poco prima. (video )

Quando Nicoletta Dosio è stata spinta dai militari e da alcuni agenti della Digos all’interno di un’automobile allo scopo di condurla in questura – l’accusa ovviamente è “evasione dagli arresti domiciliari” – un centinaio di persone tra attivisti No Tav e solidali che protestavano in quel momento hanno manifestato la loro rabbia e si sono registrati alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine presenti in gran numero davanti al Tribunale di Torino ed in tenuta antisommossa. Al momento dell’arresto Nicoletta Dosio ha alzato il pugno gridando “vittoria” e “libertà“.

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Dal Tribunale di Torino, in collegamento per Radio Onda d’Urto  Dana, del movimento No Tav Val di Susa Ascolta o scarica

Video dell’arresto di Nicoletta Dosio al Tribunale di Torino

Nicoletta non è stata trasferita in carcere, ma le sono stati dati nuovamente gli arresti domiciliari presso la sua abitazione a Bussoleno. E’ palese la difficoltà in cui versano tribunale e procura nella gestione di questa situazione, e questo non può che essere una soddisfazione per noi, perchè dimostra ancora una volta che siamo dalla parte giusta.

La lotta prosegue, e per questo questa sera ci si è dati appuntamento alla Credenza di Bussoleno alle ore 18 per discutere sui prossimi passi da fare.

Nicoletta Libera! Liberi Tutti!

Avanti No Tav!

Questo di seguito è il testo letto da Nicoletta fuori dal tribunale prima di entrare essere arrestata

Quanto tempo è passato da quando i Padri costituenti, ancora animati dal vento di Liberazione che spazzò via il nazifascismo e accese nuove, ahimè disattese speranze, dichiaravano che
«La resistenza, individuale e collettiva, agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino».
Quei diritti, quei doveri, per noi, per me, non sono un semplice slogan, ma ispirazione di vita e di azione.
Dalla prima misura cautelare inflittami, l’obbligo di firma, sono passati ormai quattro mesi. Ora, attraverso i successivi aggravamenti, sono giunta agli arresti domiciliari, che non sto rispettando.
Continuo la mia consapevole, condivisa, felice evasione contro provvedimenti preventivi che sono più che mai strumento di intimidazione, tentativo di minare una lotta giusta e collettiva, per questo irriducibile.
Evidentemente, il mio gesto di ribellione, che sono determinata a portare avanti fino in fondo, ha rotto lo schema di repressione che umilia le persone e le rende subalterne alle decisioni vendicative dei tribunali. La palese difficoltà del tribunale di Torino ad applicare quella che chiamano “l’obbligatorietà dell’azione penale” di fronte al mio pubblico e rivendicato “reato” di evasione è il maggior riconoscimento della forza di popolo che mi sostiene e insieme un messaggio attivo di fiducia e incoraggiamento per quanti subiscono arbitrii giudiziari che sembrano incontrastabili.
Un’evasione che vuole essere nuova tappa della lunga resistenza collettiva praticata dal movimento NO TAV contro i grandi, sporchi interessi del partito trasversale degli affari.
In questo mondo dove il dominio dei più forti sui più deboli si fa guerra, razzismo, sfruttamento, devastazione sociale e ambientale, gravissima emergenza democratica contro chi non si adegua, si aprono tribunali e carceri.
Oggi, nel vostro Palazzo, per l’ennesima volta, si processano, insieme ai cinquantatre compagni imputati, la Libera Repubblica della Maddalena e tutto il popolo NO TAV.
Anch’io sono parte di questo popolo, perciò sono qui, a testimoniare, come ho sempre fatto, complicità a compagne e compagni
Ho vissuto le giornate intense della Libera Repubblica, in cui si rafforzarono le radici della liberazione di Venaus e sperimentammo l’utopia realizzabile del ricevere da ognuno secondo le sue possibilità e del dare ad ognuno secondo i suoi bisogni.
Ero sulla barricata Stalingrado il 27 giugno 2011, a praticare la resistenza popolare contro gli armati e le ruspe giunte a sgomberarci. Ho visto e subìto la violenza poliziesca. Ho percorso i sentieri della Clarea il 3 luglio. Ho praticato l’assedio collettivo al cantiere; con donne, uomini, anziani e bambini ho respirato le migliaia di lacrimogeni lanciati quel giorno.
Il ricordo e l’indignazione per tanta ingiustizia sono, insieme alle ragioni della opposizione comune contro le grandi male opere e il modello di vita e di sviluppo che le genera, alimento potente di una lotta che dura, si rafforza, si allarga e vincerà.
Non sono qui per costituirmi o per fiducia nella vostra giustizia: sarà la storia che ci assolverà.

Torino, 3 novembre 2013
Nicoletta Dosio

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