Nel 2024 duemila infortuni, uno studente morto: i dati inquietanti dell’Inail sui Pcto
- luglio 04, 2025
- in lotte sociali
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I dati del lavoro sommerso dell’alternanza scuola-lavoro. Nel 2025 ci sono state 600 denunce nel primo trimestre, ma Valditara vuole estendere il percorso ai 15enni
di Michele Gambirasi da il manifesto
C’è un dato inedito nella relazione annuale dell’Inail che dà conto degli infortuni sul lavoro nel 2024: è quello relativo agli studenti, non conteggiati nelle versioni precedenti perché beneficiari dell’assicurazione Inail solo dal 2023. Nella moltitudine di denunce presentate all’istituto ce ne sono 2.100 arrivate da studenti che si trovavano in ambito Pcto, i percorsi di «competenze trasversali per l’orientamento», l’acronimo sotto cui è stato celato il precoce inserimento nel mercato del lavoro per gli studenti. Uno di questi percorsi nel 2024 ha avuto esito mortale.
IL DATO sugli infortuni è in linea con le denunce presentate nei primi tre mesi del 2025: l’Inail a maggio ne contava già 600. Tra i più recenti una studentessa 17enne emiliana che ha rischiato di perdere una mano lo scorso 4 giugno adoperando un tosaerba al suo secondo giorno di alternanza scuola-lavoro. Il 27 febbraio uno studente minorenne di Rieti ha riportato fratture multiple a un braccio mentre utilizzava un tornio in un’azienda di lavorazione del ferro. «I dati parlano di una vera e propria emergenza. È evidente che sono una formazione a un mondo del lavoro precario e insicuro, di cui si può morire. Il governo non ha mosso un dito, l’unica cosa che ha fatto è stato il decreto primo maggio del 2023, che ha semplicemente normalizzato e preventivato che ci si potesse infortunare e morire. I Pcto vanno aboliti»: è la denuncia di Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli studenti medi.
LA CONTA tragica degli infortuni potrebbe crescere poiché la platea degli studenti-lavoratori è destinata a salire. Con il decreto Pnrr-scuola di aprile l’esecutivo Meloni e il ministro dell’Istruzione (e Merito) Giuseppe Valditara hanno esteso i percorsi agli studenti degli istituti tecnici e professionali a partire dai 15 anni. «Un consiglio alla presidente Meloni: il prossimo anno alla cerimonia Inail faccia parlare Valditara. Così potrà spiegare perché davanti al drammatico aumento degli incidenti abbia voluto mandare sul posto di lavoro anche i 15enni. Questa farsa dell’alternanza scuola-lavoro deve finire» è stato l’attacco ieri di Nicola Fratoianni, leader di Avs. La riforma è stata duramente osteggiata dalla Flc Cgil, che anche ieri è tornata sulla necessità di rivedere i percorsi, chiedendo che vengano eliminati l’obbligo e i monte ore prefissati: «I Pcto non possono rappresentare un rischio per le studentesse e gli studenti del nostro Paese, ma come percorsi possono essere preservati senza obbligo di monte-ore e affidati pienamente alla gestione e alla programmazione della scuola».
IERI né la premier, che ha inviato un videomessaggio alla presentazione Inail, né il ministro Valditara hanno commentato i dati. Ma la vocazione aziendalista che l’esecutivo ha in mente per la scuola è tornata a manifestarsi nell’ennesima proposta del titolare di viale Trastevere: il biennio Its del percorso «4+2» ideato dal ministro potrebbe essere considerato dal 2026 equiparabile a due anni di laurea breve, che potrà essere dunque conseguita dopo un ulteriore anno di frequenza universitaria.
Discutendola in parlamento, Valditara – Treccani alla mano – parlò di «addestramento» al lavoro. «Saldi estivi» li ha definiti la Flc Cgil, accusando il ministro di sminuire ulteriormente i percorsi formativi. La mossa, a pensar male, appare più come uno spot governativo per un percorso su cui ha investito ma che ha finora ha riscontrato poco successo tra gli studenti. A sceglierlo per il prossimo anno sono stati in poco più di 5mila. Peggio ancora va l’altro indirizzo «sovranista» ideato da Valditara, il liceo del Made in Italy: il prossimo anno scolastico lo frequenterà lo 0,09% degli studenti superiori.
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