Menu

Nel 2016 già 3 mila le «croci» nel Mediterraneo

Rapporto Oim. Raddoppiano i morti in mare sulla rotta Libia-Italia, stessi arrivi dell’anno scorso nello stesso periodo

È stata raggiunta proprio con la strage di donne su quel gommone semi sgonfio recuperato dalla nave Aquarius giovedì 21 luglio in mare aperto, la quota dei 3 mila morti, quest’anno. Tremila croci nel Mediterraneo, di migranti morti mentre cercavano di raggiungere le coste dell’Italia, unico approdo rimasto d’Europa, dopo la sostanziale chiusura della rotta balcanica attraverso la Grecia.

Tremila morti è la cifra che fa alzare l’asticella delle statistiche nel quadrante rosso, fa capire l’Oim, l’Organizzazione mondiale delle migrazioni che proprio ieri ha pubblicato il suo rapporto. È il terzo anno di fila che si raggiunge il numero dei 3 mila decessi sulle rotte marittime dei migranti ma quest’anno questa soglia è stata oltrepassata molto prima: nel 2014 si raggiunse il 21 settembre, l’anno scorso fu il 15 ottobre. Le morti in mare sono quasi raddoppiate finora ma gli arrivi non sono sostanzialmente cresciuti: si muore solo molto di più.

Infatti Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim a Roma, precisa che circa 4.200 migranti sono stati salvati nel Canale di Sicilia da martedì scorso a giovedì ma, in base ai dati ufficiali del ministero degli Interni italiano, gli arrivi al 21 luglio sono a 84.052, un numero quasi identico al totale dello scorso anno nello stesso periodo, quando le autorità italiane ne hanno contati 84.026.

Il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento immigrazione del Viminale, specifica che nel 95% dei casi la Libia è il porto di provenienza e «non si è aperto alcun canale di profughi dall’Egitto».

Percorso e provenienza dei profughi sulla rotta del Mediterraneo centrale (Libia-Italia), per Oim e Unhcr resta lo stesso: partono dalla Nigeria (da ieri in recessione economica piena), arrivano ad Agadez in Niger e da lì risalgono verso i porti libici. Il referente in Libia dell’Oim, Othman Belbeisi, dice che la Guardia costiera libica nell’ultima settimana «ha collaborato attivamente» intercettando cinque barconi.

Il pm di Trapani Andrea Tarondo ha avviato un’inchiesta per omicidio volontario e favoreggiamento all’immigrazione clandestina a carico di ignoti, con un pool di investigatori a tempo pieno sul caso del gommone della strage di donne. Ma gli scafisti che cerca, non li troverà tra i superstiti che sentirà oggi: perchè sono in Libia.

Rachele Gonnelli da il manifesto

Leave a Comment

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>