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Milano: Sgomberati due campi rom che «non davano problemi»

Gli uomini sono in strada, costretti ad accamparsi dove riescono o a rifugiarsi in qualche altro campo. Le donne e i bambini passano la notte nei dormitori comunali di viale Ortles. Ma di giorno devono uscire e girovagare per la città. E’ la storia dell’ennesimo sgombero di due campi rom in via san Dionigi a Milano. Due campi particolari perché non davano alcun problema. Erano seguiti dai volontari della Casa della carità e dell’associazione Nocetum. I bambini, circa un centinaio di minorenni, andavano a scuola. I genitori lavorano e sono in regola. Hanno tutto il diritto di restare a Milano. Nessuno può essere espulso. Il campo era stato oggetto delle proteste leghiste. Poi, un incendio accidentale aveva raso al suolo le baracche. Solo venti giorni fa qualcuno era venuto a sparacchiare qualche colpo di pistola.I rom, 200 in tutto, non avevano ancora finito di ricostruire il campo. Mercoledì tutto è stato di nuovo distrutto. Questa volta dalle ruspe mandate dal comune di Milano. Don Virginio Colmegna ha chiesto l’intervento degli assistenti sociali e solo a quel punto Palazzo Marino non ha trovato niente di meglio da offrire dei posti in dormitorio per donne e bambini. Una soluzione provvisoria. Perché la soluzione, come sempre in questi casi, non è prevista. Semplicemente gli zingari vengono cacciati. Si spostano dove riescono e tutto ricomincia da un’altra parte. L’altra notte un gruppo di rom si è accampato vicino a una rotonda a pochi passi da via San Dionigi, ma la mattina la polizia li ha di nuovo fatti sloggiare. Ieri alcuni rappresentanti del campo e una rete di associazioni laiche hanno incontrato il prefetto di Milano per chiedere che sia trovata una nuova collocazione. Dal comune nessuna proposta. Il vice-sindaco De Corato ha avuto gioco facile. «Tutto il consiglio comunale – ha ricordato – a eccezione di Rifondazione comunista ha votato una mozione per lo sgombero dei campi rom abusivi in zona Chiaravalle. A giugno furono i consiglieri Ds a guidare una fiaccolata di protesta dei cittadini di Chiaravalle che chiedevano lo sgombero dei campi nel quartiere». Carmela Rozza (Ds) firmataria di quella mozione e promotrice della fiaccolata si difende così: «Chiedevamo che gli zingari venissero sgomberati, ma volevamo anche che fosse prevista una nuova collocazione e un patto di legalità con i rom. Prendiamo le distanze dal metodo, non dallo sgombero. Così non si risolve nulla, si sposta il problema. E poi a Chiaravalle il problema è un altro campo, quello dietro il cimitero». Come dire, quando sgomberate anche quello? Il blitz di Palazzo Marino è stato criticato dagli assessori della provincia di Milano che proprio ieri erano impegnati ad ascoltare il discorso sulla sicurezza del presidente Filippo Penati che non vuole sfigurare nella gara legalitaria degli amministratori del nascente Pd. La destra lo ha applaudito.Lo sgombero di via San Dionigi vanifica e umilia il lavoro dei volontari e degli insegnati delle scuole che da dieci anni accolgono i bambini degli zingari. «In tutto da noi ci sono circa 60 alunni rom – racconta Luigi Ambrosi, maestro alla Filzi di via Ravenna – nelle tre prime ne aspettavamo 15 nuovi, probabilmente non verranno più, già mancavano i fondi…Non abbiamo mai avuto problemi, nessun furto, nessuno screzio con gli italiani. Li seguivano due suore laiche, noi li avevamo in classe come tutti gli altri. Caso mai sono fin troppo passivi. Ci abbiamo messo tanto lavoro per fargli amare la scuola, ma è tutta una questione affettiva, il merito maggiore è dei bambini, italiani e rom, tra loro non ci sono divisioni». A dividerli ci hanno pensato le ruspe.

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