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Milano: Daspo “Willy” per due rapper

Daspo “Willy” per i due rapper (non possono entrare in bar, discoteche, esercizi aperti al pubblico o sostare nelle vicinanze, pena commissione di un reato)… Nel silenzio – quando non approvazione – di media e politica, i dispositivi repressivi si stanno espandendo sempre di più. Daspo è un acronimo, sta per “Divieto di Accedere agli impianti e alle manifestazioni Sportive”, è una misura di polizia introdotta nel 1989 come quarta tipologia di misura di prevenzione personale (le altre tre sono l’avviso orale, il foglio di via e la sorveglianza speciale). Serviva per la lotta contro gli “ultras” e i “tifosi violenti” e negli anni si è sempre più appesantita. Qualche anno fa, con il decreto Minniti, la misura esce dagli stadi ed “entra” in città: con i primi daspo di piazza e i famosi daspo urbani – che come termini non avrebbero senso: manifestazioni e i centri urbani non sono impianti sportivi – le possibilità repressive direttamente nelle mani degli organi di polizia e dei sindaci aumentano. Ora, il “daspo willy”, introdotto a seguito della tragica morte di Willy Duharte, ucciso a calci e pugni dal gruppo di Colleferro. Come spessissimo accade, l’intitolazione al giovane morto in questo modo assurdo serve ad “ammorbidire” e a rendere più accettabile all’opinione pubblica l’ennesimo aumento del potere repressivo poliziesco – come se ce ne fosse poco… 

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Milano, Daspo per Rondo da Sosa e Baby gang. Discoteche e bar vietati per due anni ai rapper di San Siro

Su Spotify hanno milioni di ascoltatori mensili. Ma a Milano non potranno più entrare nei locali: c’è un Daspo della questura per i rapper Baby gang e Rondo da Sosa

Su Spotify hanno milioni di ascoltatori mensili: vicino ai tre milioni Rondo da Sosa e quasi 800 mila per Baby gang. Che tradotto significa soldi e successo. Ma adesso i rapper di San Siro, già protagonisti di risse, aggressioni, rapine e scorribande, come il maxi assembramento culminato in scontri con la polizia il 10 aprile, non potranno più frequentare bar e locali notturni a Milano. Per loro, e altri quattro amici, il questore Giuseppe Petronzi ha emesso il divieto di accesso per due anni a «locali di pubblico intrattenimento e agli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande». Secondo la questura i giovani hanno «pericolosità sociale grave, concreta e attuale».

Per il 20enne Baby gang, al secolo Zaccaria Mouhib, originario di Lecco, residente a Sondrio e in affido alla comunità Kayros di Vimodrone, il Daspo riguarda tutti i locali della provincia di Milano, mentre per il cantante Rondo, Mattia Barbieri, nato a Magenta, 19 anni, i soli locali milanesi ma è scattato anche l’avviso orale. I sei amici sono indagati per danneggiamento, minacce e percosse in merito a un assalto, avvenuto un mese e mezzo fa fuori dalla discoteca Old fashion del parco Sempione. La notte del 12 luglio, infatti, il gruppo ha aggredito e minacciato il titolare del locale dopo che la security aveva negato l’accesso al rapper Rondo da Sosa e ad alcuni amici già «protagonisti di precedenti episodi violenti». Subito dopo Baby gang e una trentina di giovani avrebbero minacciato il titolare di «violente ritorsioni» nelle successive serate (che tuttavia non si sono verificate). Poi il gruppo ha fatto lo stesso con gli addetti alla sicurezza e lanciato sassi contro il locale. Prima di fuggire i giovani capeggiati da Rondo e Baby gang avrebbero anche aggredito il rapper «rivale» Laioung e un amico.

Vicende documentate dalle telecamere dell’Old fashion e anche dai profili social dei rapper, come già era avvenuto in occasione dei disordini di aprile. La vicenda sul piano giudiziario è ancora aperta, ma il ripetersi di episodi di violenza ha portato il questore Petronzi ad emettere il provvedimento di prevenzione. Il 16 aprile, sei giorni dopo il maxi assembramento con 300 giovani in occasione delle riprese del video del «collega» Neima Ezza in piazzale Selinunte, la squadra Mobile aveva effettuato 13 perquisizioni. Il giorno prima il sindaco Beppe Sala aveva incontrato a Palazzo Marino proprio il rapper Rondo da Sosa e il cantante 19enne Sacky (anche lui membro della crew «7 Zoo» di San Siro) e aveva annunciato la volontà di realizzare «insieme» un centro di aggregazione nel quartiere.

Rondo ha precedenti di polizia per rissa, lesioni, minaccia, furto e danneggiamento. Il 29 agosto 2020 fa era stato denunciato per aver pubblicato un video su Instagram nel quale saltava sul cofano di una volante impegnata in un intervento a San Siro. L’episodio più grave un mese prima quando con altri amici era stato protagonista di una rissa a Santa Margherita ligure: denunciato per rissa, istigazione a delinquere, lesioni. Di fatto però è ancora incensurato. Più corposa la storia di Baby gang: rissa, ricettazione, rapina, lesioni, porto d’armi, resistenza a pubblico ufficiale, minaccia aggravata e violazione del foglio di via da Milano. Per lui una condanna a 10 mesi per lesioni (2017) e a tre anni per rapina (2018). Gli ultimi disordini nei giorni scorsi a Riccione dopo l’annullamento di un suo concerto: raid vandalico di una trentina di supporter per le strade della cittadina romagnola.

 

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