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Marocco: condannati leader e attivisti delle proteste popolari del 2016 nel Rif

Pesantissime condanne sono state pronunciate dal Tribunale di Casablanca nei confronti di leader e attivisti delle proteste popolari del 2016 nel Rif.

In 53 dovevano rispondere della grave accusa di “attentato all’ordine pubblico e alla sicurezza nazionale”  per aver guidato e partecipato le mobilitazioni che denunciavano la marginalizzazione e l’abbandono economico della regione.

Al pronunciamento della sentenza gli imputati erano assenti perché avevano deciso di boicottare le udienze per palesare la parzialità dei giudici. Il verdetto ha sciolto ogni dubbio: condanne da 1 a 20 anni per un totale di oltre 3 secoli di carcere.

Le proteste per il lavoro e migliori condizioni di vita si erano poi allargate anche ad altre aree del Paese ma la Monarchia aveva risposto con violenza. Le manifestazione e i raduni erano stati dispersi con la forza e centinaia di oppositori erano finiti in manette ma, nonostante la stretta, la popolazione aveva poi continuato ad organizzarsi per proseguire la lotta adottando nuove strategie per sfuggire al controllo ma soprattuto alla repressione del regime.

Un boicottaggio popolare si è diffuso in tutto il Paese dalla fine di aprile. Nel mirino ci sono le aziende considerate vicine o legate alle autorità, molte delle delle quali hanno visto ridurre sensibilmente i propri profitti, grazie anche all’amplissima adesione. Secondo l’Economist il 57% dei marocchini lo sta attuando.

Ne parliamo con Chiara Cruciati, giornalista del quotidiano Il manifesto e dell’agenzia Nena News Ascolta o scarica

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