di Leonardo Clausi da il manifesto
Palestine Action gruppo terrorista. La ministra dell’Interno britannica Yvette Cooper ha annunciato ieri che il gruppo «sarà bandito» in quanto tale, il che equivale a criminalizzarne il sostegno o il farne parte: entrambi reati punibili fino a 14 anni di prigione nel solco del Terrorism Act del 2000. L’annuncio arriva dopo che venerdì gli attivisti, in un’azione dimostrativa, avevano fatto irruzione a bordo di scooter nella sede della Royal Air Force di Brize Norton, nell’Inghilterra meridionale, imbrattando alcuni aerei di vernice rossa: una mossa che ha fatto infuriare il governo, umiliato dalla manifesta incapacità di mantenere aree di incredibile importanza strategica al sicuro da incursioni esterne.
«Qui il vero crimine non è la vernice rossa spruzzata sugli aerei da guerra, ma i crimini di guerra resi possibili da questi stessi aerei per via della complicità del governo britannico nel genocidio di Israele», ha replicato il gruppo, fondato nel 2020, in una dichiarazione, bollando l’annuncio della ministra come un attacco alla libertà di parola.
Dopo l’annuncio del provvedimento – il disegno di legge di Cooper passerà di sicuro vista la maggioranza bulgara del Labour – a Londra, presso l’ambasciata americana, ci sono stati scontri fra alcuni dimostranti e la polizia.
Le zaffate di autoritarismo del governo Starmer colpiscono per l’affinità e la continuità con il predecessore Tory, anche se Cooper non ha la bava alla bocca che avevano Priti Patel o Suella Braverman: lo confermano, oltre all’annuncio di ieri, la criminalizzazione della militanza pro-Palestina dei rapper nordirlandesi Kneecap. Il complesso militare industriale britannico poi – al centro degli interessi della maggioranza Labour sia per la millantata ricollocazione del paese in un ruolo che non sia quello di valletto geostrategico ed economico degli Stati Uniti, sia per il disegno di risollevare un’economia flaccida e vischiosa a colpi di keynesismo militare – non si tocca.
Intanto Keir Starmer e il suo titolare degli Esteri, David Lammy, annaspano nel letale amplesso del duo Netanyahu-Trump, tanto da fare ricorso ormai regolarmente nel buon vecchio doublespeak orwelliano: dopo aver formalmente condannato l’obliterazione etnica di Gaza pur continuando a vendere armi al governo israeliano, sull’attacco americano all’Iran, il segretario alla Difesa John Healey ha annunciato l’invio di altri aerei della Raf nella regione al fine di «rafforzare l’urgente necessità di una de-escalation». Proprio mentre 350.000 persone scendevano sabato per le strade di Londra chiedendo la cessazione della fornitura di parti e ricambi per gli F35 israeliani, dei voli di sorveglianza dalle basi Raf e che il Paese si tenga alla larga dall’Iran.
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