L’Italia in piena pandemia decide di armare i droni in dotazione all’aeronatica militare
- settembre 07, 2021
- in misure repressive
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Il nostro paese ha deciso di armare i propri droni in dotazione all’aeronautica militare, secondo quanto riportato nel Documento Programmatico Pluriennale 2021 del ministero della Difesa, ma era davvero necessario quando invece occorrerebbe aumentare la spesa sanitaria per far fronte all’emergenza pandemica?
L’Italia dispone di sei droni ovvero aerei senza pilota guidati da remoto via satellite ed ha deciso di armarli come del resto hanno fatto altre potenze. La notizia è stata ripresa dalla rivista specializzata Rid che sottolinea come la decisione della Difesa italiana sia legata ai nuovi teatri operativi e alle novità emerse in diversi tipi di conflitti negli ultimi anni.
Il nostro paese dispone di sei velivoli teleguidati Reaper MQ-9 , in dotazione all’Aeronautica militare. Il Raeper è lungo 36 metri e ha un’apertura alare di 21 metri: può viaggiare ad una velocità di 450 chilometri orari e guidato via satellite senza rifornimento per 2.000 chilometri. Può agire sia a bassa quota sia ad altitudini fino a 15.000 metri. Ogni drone costa la cifra di 30 milioni di dollari, quindi per l’acquisto della nostra flotta sono stati spesi 180 milioni di dollari. Una spesa che dire superflua è dire poco. Inoltre armare i velivoli avrà un ulteriore costo.
Operazione questa che a detta del Ministero della Difesa avrà un carattere difensivo ma negli ultimi anni tali velivoli sono stati usati per offesa e non per difesa. Tra gli interventi più noti ricordiamo l’ultimo passato alla cronaca ovvero la rappresaglia degli Stati Uniti contro i membri dell’ISIS K dopo l’attentato all’aeroporto di Kabul che oltre i presunti autori dell’attentato ha ucciso almeno altre 12 persone tra le quali 6 bambini.
Da non dimenticare poi l’uso di un drone da parte sempre degli Stati Uniti nel raid del gennaio 2020 contro il generale iraniano Qasem Soleimani, ucciso da un missile sparato dal velivolo senza pilota.
Insomma anche il nostro paese potrebbe partecipare dopo che i droni in nostro possesso saranno armati a qualche spedizione punitiva organizzata dagli Stati Uniti o dalla Nato. Mi chiedo solamente quale azione di difesa del nostro paese potrà essere attuata con l’uso di questi velivoli senza pilota per garantire la sicurezza dei cittadini italiani.
Andrea Puccio