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L’Italia arma l’Egitto e finge di piangere Giulio Regeni

La verità per Giulio Regeni e la liberazione di Patrick Zaki val bene una fregata.

Lo scorso 23 dicembre con una cerimonia “in sordina e non pubblicizzata” è stata consegnata da Fincantieri agli ufficiali della Marina Militare dell’Egitto, presso i cantieri del Muggiano a La Spezia, la fregata multiruolo Fremm Spartaco Schergat, ora ribattezzata ‘Al-Galala’, la prima delle due fregate originariamente destinate alla Marina Militare italiana. Lo riferisce in una nota la Rete italiana Pace e disarmo, che osserva come il tentativo di temere nascosta la consegna e la successiva partenza alla volta dell’Egitto durante il periodo Natalizio manifesta l’imbarazzo da parte del Governo italiano per tutta questa operazione che avviene a pochi giorni dalle dure accuse mosse al regime egiziano dalla procura di Roma che indaga sulla morte di Giulio Regeni.

Bene ricordare che la legge 185 del 1990 che regolamenta le esportazioni di sistemi e materiali militari italiani, prevede che l’esportazione di armamenti sia vietata “verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite (ovvero il diritto di autotutela)”. Invece il regime egiziano oltre ad essere indirettamente interventuo in Libia, è ritenuto responsabile di incarcerazioni e persecuzioni nei confronti degli attivisti per i diritti umani come il giovane studente Patrick Zaki, ancora in carcere senza processo. Da Il Cairo è inoltre mancata quella risolutiva collaborazione che avrebbe potuto fare chiarezza sul terribile omicidio del nostro connazionale Giulio Regeni.

Lo scorso 16 dicembre il Parlamento Europeo ha approvato una specifica Risoluzione che denuncia l’aumento delle esecuzioni in Egitto, il ricorso alla pena capitale e le sistematiche violazioni alle libertà di espressione e dei diritti di difesa e nella quale, esortando gli Stati membri dell’Unione Europea a sospendere la vendita di armi all’Egitto chiedendo “una revisione profonda e completa delle relazioni dell’Ue con l’Egitto”.

Per ora l’Italia non ha cambiato la propria linea che vede ne Il Cairo un partner commerciale cui destinare forniture militari per un valore di circa 11 miliardi di euro (le ipotizzate forniture da parte dell’Italia all’Egitto riguardano quattro fregate, 20 pattugliatori, unitamente a 24 caccia multiruolo Eurofighter e 20 aerei addestratori M346).

Nessuna comunicazione ufficiale da parte del governo che si nasconde come aveva fatto lo scorso dicembre la Francia che aveva omaggiato Al Sisi della legion d’onore scatenando una ondata di indignazione che aveva coinvolto diversi esponenti della politica e della cultura. Sarebbe onesto che tale indignazione possa deflagrare ancor più oggi.

https://twitter.com/RetePaceDisarmo/status/1343598786719920130?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1343598786719920130%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.today.it%2Fpolitica%2Farmi-italia-egitto.html

Alberto Berlini

da today.it

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