Il controllo sociale non si è mai liberato della necessità di punire mentre, per decongestionare l’universo carcerario, serve introdurre un concetto essenziale: nessuno deve essere carcerato e perdere la libertà, salvo casi di particolare pericolosità e urgenza.
di Livio Ferrari
Con la perdita della libertà si determinano una serie di effetti negativi: stigmatizzazione, vittimismo, depressione, aggressività, senso di fallimento, perdita di fiducia in se stessi, e di responsabilità, alterazione delle relazioni sociali, assuefazione alla cultura del carcere, ulteriore emarginazione; insomma il contrario della idealizzata rieducazione.
Questo, insieme all’evidente fallimento delle altre funzioni del carcere (proporzionalità della retribuzione penale, efficacia della deterrenza), rende evidente la negatività dello stesso come soluzione dei reati e della devianza. Invece il carcere continua ad essere celebrato e incrementato come la soluzione migliore nell’interesse della sicurezza e della civile convivenza. Questa ipocrisia nasconde ben altre funzioni: controllo della marginalità, copertura dei reali problemi sociali irrisolti e della criminalità dei potenti, consolidamento del consenso elettorale, e molto altro Non è certo una scoperta recente.
Quasi un secolo fa, c’era chi aspirava a vedere realizzato un “codice penale senza pene”. Il giurista e filosofo Gustav Radbruch non voleva un “miglioramento del diritto penale, ma un suo superamento con qualcosa di meglio” abbandonando gli atteggiamenti sanzionatori di carattere repressivo e vendicativo, per concretizzarli in leggi più umane e ragionevoli.
“A sua volta, Chico Mendes, con un’intuizione sintonica, affermava che ambientalismo senza lotta di classe è puro e semplice giardinaggio”, infatti è necessario lottare per i diritti delle minoranze e alimentare istanze per il bene comune, anche come prevenzione di comportamenti individuali negativi. Oggi la forbice tra i ricchi e i poveri si sta allargando drammaticamente e le guerre in corso non fanno altro che dilatarne ancora di più l’effetto. Bisogna associare la proposta dell’abolizione del carcere alla prospettiva di un profondo cambiamento della società, che associ la lotta alla povertà e alla marginalità, alla difesa della pace e alla protezione dell’ambiente e della Terra, Come fece San Francesco, è necessario, contrapporre la gioia di essere alla miseria del potere!
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