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Lettera di un detenuto nel carcere della Dozza di Bologna

Estratti di una lettera del 10/04/2020 da parte di un detenuto della Dozza, Bologna.

…devo dirti che sono contento che qualcuno possa far sapere cosa succede nel carcere di Bologna, i Tg non ne parlano per non allarmare le famiglie, ma qui non è una gran bella situazione, è da giorni ormai mesi che si parla di questa epidemia mondiale, qualche deficiente ignorante ha detto che per noi detenuti ristretti, non avendo contatti né con i familiari né con l’esterno era impossibile essere contagiati dal coronavirus, soltanto il giorno 7 aprile ci hanno consegnato delle mascherine, cioè dopo che hanno scoperto altri 2 detenuti [positivi (aggiunta di chi trascrive)] nella sezione 1°D, dove ci sono i giocatori del rugby e lo studentato, che fanno studi di lauree e diplomi, ci sono 4 sezioni in quarantena, quando dico sezioni parlo di 52 persone per sezione, il 3°A e il 3°B dell’alta sicurezza dove c’era quel signore Vincenzo Sucato sono in quarantena, il 2°A è in quarantena e ora il 1°D.

Dicono di un solo contagio nel carcere della Dozza ma io so che sono già 20 se non di più, ma fanno credere che la situazione qui è sotto controllo ma non è così, dalle guardie non so che notizie possono uscire ma non penso siano vere perché non vogliono allarmare i famigliari.

Riguardo alla rivolta è stata una provocazione da parte delle istituzioni e della polizia penitenziaria e ora ti spiego come sono andate le cose.

Il giorno 8 marzo per la festa della donna tutto il carcere ha fatto una battitura pacifica per sostenere gli altri detenuti coinvolti nelle rivolte già iniziate, la nostra iniziativa era quella di bloccare i carrelli della cucina, non fare la spesa e fermare un carcere senza portare avanti il loro commercio del mangiare della cucina e la spesa che tengono nel magazzino, non andava a lavorare nessun detenuto e facevamo una cosa “pacifica”.

Il giorno 9 marzo dovevamo fare l’incontro con la direttrice Claudia Clemente, la commissaria Quattromani e altri, il capo degli educatori Massimo Ziccone, il responsabile della sanitaria ecc.…ecc…, già quando siamo andati giù erano già pronti con caschi scudi e manganelli, siamo passati in mezzo a 200 guardie già pronte come se sapessero cosa doveva succedere. Alle 13:30 ci hanno vietato l’ora d’aria che ci spetta, è ministeriale e non potevano farlo, quella situazione di reazione dei detenuti l’hanno scatenata loro, quella è stata la scintilla, ma secondo me si poteva evitare.

Hanno provato a entrare nella sezione con forza spingendosi tra di loro con gli scudi, idrante e manganellate, ma essendo compatti pure noi non sono riusciti ad entrare sennò sarebbe stata una carneficina.

Abbiamo ceduto solo per il semplice motivo che troppe persone stavano male, chi aveva bisogno di cardioaspirine, chi del metadone e del subotex, e che molte persone sono collassate per i miscugli di farmaci, abbiamo deciso con un volontario detenuto di andare a prendere le chiavi delle celle e farci trovare nelle nostre celle senza però nessuna violenza e così abbiamo trovato l’accordo. Ma non è vero che hanno fatto irruzione se non lo decidevamo noi, loro non entravano, tutte le cancellate delle scale erano bloccate, non sarebbero mai potuti entrare, solo dal tetto potevano provare ma ti garantisco che avrebbero dovuto aprire il fuoco, perché c’era troppa tensione e sarebbe stato un massacro.

Qui già da prima era difficile avere una terapia, per mal di testa, mal di denti, mal di pancia ci davano la tachipirina, [a me non danno le medicine di cui ho bisogno da un mese (qui è parafrasato per mantenere la privacy)], non dormo da giorni, vedi tu come siamo messi.

[…] qui a parte convivere con la paura di ammalarci, nelle celle siamo pieni di scarafaggi, ci siamo lamentati ma nulla e questo è un problema da anni, non ho paura della morte, ma voglio morire vicino a mia moglie e ai miei figli, non in bocca allo stato e sti 18 mesi…?

Una presa per il c….

Auguri per tutto, speriamo che le nostre lettere servano per qualcosa.

da Rete Evasione