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lettera di Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi, rivolta ai parenti di Aldo Bianzino

Sono la mamma di Marcello Lonzi, morto nel carcere delle Sughere l’11 luglio 2003.Voglio mandare un forte abbraccio alla famiglia del povero Aldo Bianzino, morto nel carcere di Perugia. Vi sono vicina nel dolore e nella rabbia. Ma vorrei dirvi, non mollate.Capisco che non è facile, ma io da 4 anni stò combattendo per avere giustizia.Anche per mio figlio (morte naturale), se non era per le ferite al volto, ci sarei caduta.Un anno fa, però, è stato riesumato e avendo scoperto che non aveva due costole rotte, ma otto, il polso sinistro rotto, due buchi profondi alla testa sino all’osso, mandibola fratturata, non si può definire la sua morte naturale.Anche io fui avvertita con 12 ore di ritardo e c’è stata un’archiviazione.Ma non ho accettato e ho combattuto contro tutti e tutto, tra poco avrò finalmente una vera risposta. Non credo alle parole del sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini, perchè le ho già sentite, ma poi ci fu un’archiviazione. Ecco perchè vi ripeto non mollate.All’inizio ci sono state le interrogazioni, tutte quelle belle parole alle quali ti aggrappi con tutta la tua forza, che svaniscono in una bolla di sapone, allora ti chiedi perchè? Perchè? Piangi, vorresti urlare, spaccare tutto e continui a guardare quella foto, l’unica cosa che ti è rimasta.Mi sono chiesta tante volte: perchè quando muore un detenuto la tv, tipo la Rai ecc. non ne parla? Sono figli nostri, mariti; e muoiono in un posto dove lo stato li prende in consegna, e dovrebbe proteggerli. Invece lo stato li uccide.
Un abbraccio dal profondo del cuore.
MARIA CIUFFI, Pisa

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