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Lettera di Davide Rosci a tutti compagni/e

Pubblichiamo la lettera che ci ha inviato Davide Rosci, militante comunista di Azione Antifascista Teramo, recluso per i fatti del 15 ottobre 2011 a Roma. La lettera è stata scritta prima dell’udienza di appello dell’8 febbraio dove sono state confermate le condanne a carico dei compagni imputati e condannati in 1° grado. Unica piccolissima nota positiva Davide è stato trasferito ai domiciliari.

Care/i Compagne/i,

la data del processo di appello si avvicina e l’aria che tira è veramente pesante, la voglia di giustizionalismo si respira a pieni polmoni e la possibilità che ci condannino per devastazione e saccheggio è veramente alta.

Il prossimo 8 febbraio 2014 saliremo sul banco degli imputati per rispondere di questo reato di epoca fascista ancora vigente e qualunque sarà il responso state certi che lo affronteremo a testa alta, noi non abbiamo nulla da cui vergognarci o farci perdonare.

Il 15 ottobre 2011 lo ricordiamo fin troppo bene e sappiamo quello che è stato l’atteggiamento delle forze del disordine e la coraggiosa risposta della piazza. I lacrimogeni sparati ad altezza uomo, le cariche a freddo e le camionette lanciate a pazza velocità sulla folla sono scene ancora vive nelle nostre menti e non sarà una condanna a poterle cancellare.

In passato ho più volte esternato il mio pensiero dicendo che quegli scontri sono stati architettati a tavolino e che i processi che ne sono seguiti fanno parte di un piano collaudato per allontanare i movimenti antagonisti pronti a scendere in piazza contro le politiche di austerità.

Il loro disegno prende sempre più forma e, grazie ad una magistratura compiacente, i compagni che entrano in galera sono sempre di più. Non si stanno fermando dinanzi a nulla e le accuse di terrorismo formulate contro i nostri compagni No Tav la dicono lunga. Arrivati a questo punto non si può tornare indietro e dobbiamo scegliere: o battiamo la ritirata o contrattacchiamo.

L’autunno si era aperto nel migliore dei modi con l’imponente e decisa manifestazione del 19 ottobre a Roma e sinceramente riponevo tante aspettative dalla stessa. Pensavo che quella fosse solo l’inizio e che finalmente avessero (o avrebbero) preso in mano il malessere sociale incanalandolo nella direzione di una sollevazione popolare. Purtroppo cosi non è stato e si è lasciata la scena ad un isterico gruppuscolo di reazionari chiamati “forconi”. Non ho avuto modo di osservarli da vicino ma da quanto letto e capito era chiaro che il popolo urlava ribellione. Non voglio lanciare accuse o altro ma dire che è arrivata l’ora di guardarci tutti in faccia e di iniziare ad agire. Il mare è in burrasca, davanti a noi passano onde alte 30 metri e noi continuiamo ad aspettare l’onda perfetta.

Compagni a volte bisogna essere più impulsivi e coraggiosi, anche quando l’ostacolo ci sembra troppo alto, perche cazzo è ora di organizzarci e sollevarci. Questa volta non devono passare nel silenzio eventuali condanne fasciste cosi come è accaduto per i compagni imputati per i fatti del G8 di Genova e questo ve lo dico non perché sarò io a pagare. Si fottessero!!!! Io per i nostri ideali sono pronto a morire, ma perché se non rispondiamo a questa ondata repressiva in modo forte ed unitario questi porci fascisti non si fermeranno più dinanzi a nulla in futuro. Se giorno dopo giorno il clima è sempre più simile a quello del ventennio è arrivata l’ora di dar vita ad una nuova resistenza.

UNITI VINCEREMO. LA LOTTA E’ TUTTO!!!!

Un abbraccio a tutte/i

Davide

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