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Lasciate stare Don Gallo. Aministia sociale e centralità dei lavoratori

Sulle pagine de Il Manifesto, non sapendo più cosa scrivere sulla manifestazione del 12 a Roma (relegando la notizia dello sciopero generale del 18 Ottobre a uno spazietto insignificante), qualcuno ha affermato che Don Gallo sarebbe stato preesnte a questo corteo.

Non abbiamo dubbi visto che Don Gallo i cortei se li faceva tutti e sicuramente (al contrario della maggioranza dei fautori della Costituzione) sarebbe stato presente anche il 18 e il 19, a fianco dei bisognosi di casa che tante volte ha accolto nella sua comunità e a sostegno dei lavoratori in sciopero (la parola sciopero a qualche professore suonerà strana). Cattiva coscienza quella di certa sinistra che non avendo argomenti invoca\evoca i morti per riceverne una laica benedizione politica.

CONTRO LE CARCERI DISUMANE – NO ALL’AMNISTIA – SI’ ALL’ABROGAZIONE DELLA BOSSI-FINI E DELLA FINI-GIOVANARDI (e Berlusconi fuori dal Parlamento, subito!), queste le parole d’ordine di Micromega che ha promosso una raccolta di firme
Che la Bossi Fini e la Fini Giovanardi (ma anche la Cirielli che con la recidività ha rimepito le galere di piccoli consumatori di sostanze) debbano essere abolite non c’è dubbio e volentieri ci associamo a quanti vorranno condurre questa battaglia di giustizia e di libertà\democrazia.
Ma da qui a caldeggiare il no all’amnistia c’è una grande differenza.  Siamo sempre più convinti che la parola d’ordine della aministia sociale sia lo spartiacque tra quanti vogliono solo colpire Berlusconi e chi invece ha percepito che con la crisi sono cresciute le disuguaglianze e le repressioni che hanno colpito studenti, lavoratori, movimenti, disoccupati.
Nelle carceri italiane c’è bisogno di aministia , ovviamente non per includere reati che vanno dal falso in bilancio ai reati di mafia e a quelli contro l’uomo\l’ambiente. Siamo preoccupati che con la motivazione  di colpire Berlusconi (e Berlusconi non va minimamente aiutato perchè ad agevolarlo ci hanno pensato in tanti, in primis la sinistra che non ha mai approvato, anche quando aveva i numeri in Parlamento, una legge contro i conflitti di interessi) possa prevalere una cultura e una pratica giustizialista per la quale la costruzione di nuove carceri e l’inasprimento delle pene restano le risposte possibili per rafforzare una idea di giustizia, una giustizia a senso unico e a uso dei più ricchi (altro ragionamento sarebbe parlare di giustizia sociale).
Abbiamo letto con attenzione l’intervista a Rodotà (http://temi.repubblica.it/micromega-online/rodota-sabato-in-piazza-per-la-costituzione-chi-vuole-cambiare-la-politica/), lo stesso che ha rilasciato dichiarazioni farneticanti sui no Tav in Val di Susa accostando le pratiche di resistenza in valle a gesti criminali, e non possiamo che dissentire per esempio laddove viene scritto “La Fiom ha fatto garantire attraverso le leggi e la Costituzione il diritto alla rappresentanza nelle fabbriche. Una garanzia che vale non solo per i propri iscritti, ma per tutti i lavoratori e i sindacati”
Forse Rodotà non ha letto o non ricorda il testo della intesa siglata dalla Cgil (con il sostegno attivo e quasi unanime della Fiom ) lo scorso 31 Maggio, se l’avesse letta con attenzione avrebbe una idea diversa visto che la rappresentanza è possibile solo nel rispetto di regole antidemocratiche.
La frase di Rodotà conferma quanto abbiamo già detto e scritto, ossia che non può esistere giustizia e pace senza diritti sociali ed equità economica, si strizza l’occhio ad un non meglio definito popolo dei beni comuni ( magari i movimenti dell’acqua senza No Muos, No tav, no inceneritori e con la benedizione di Nichi Vendola?) . 
Il popolo del 12 Ottobre non sembra avere tra i suoi obiettivi pratiche conflittuali e proprio per questo motivo parla , meglio fa parlare la gerontocrazia degli intoccabili intellettuali, uomini buoni per tutte le stagioni,  apologeti di generici diritti civili . Insomma si dimentica che i diritti sociali sono il risultato di politiche incompatibili con il fiscal compact e il pagamento del debito\pareggio del bilancio inserito in Costituzione , questioni che passano in secondo o terzo piano nella piattaforma del 12 Ottobre preferendo argomenti “nuovi” come la polemica venetennale con Berlusconi e le riforme istituzionali, magari per favorire il Governo di un centrosinistra allineato e coperto con il partito filo tedesco.
Ma il movimento sociale e civile la nascita del quale viene auspicata da Rodotà, è già presente nelle lotte sui territori, in difesa dei beni comuni , nei luoghi di lavoro e nell’istruzione, solo che questo movimento non ha intenzione di farsi rappresentare da chi lo ha tradito per troppi anni, da chi lo ha abbindolato con promesse mai mantenute perchè incompatibili con le ragioni di Governo e della governabilità
Federico Giusti – Cobas Pisa